A oltre un anno dal lancio della campagna di sensibilizzazione “Non mi scadere sui farmaci”, promossa da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica) in collaborazione con Kiwi, part of Uniting, i dati raccolti dall’Istituto di ricerca The Fool confermano l’impatto positivo dell’iniziativa: 9 milioni di italiani raggiunti e il 79% di coloro che hanno visto la campagna dichiara di aver modificato il proprio comportamento in merito allo smaltimento dei farmaci scaduti, adottando pratiche più corrette e sostenibili.
Cambiamenti nelle abitudini degli italiani
Secondo l’indagine, il 72% degli intervistati ha trovato il messaggio chiaro ed efficace, con un picco di apprezzamento tra gli over 55 (98%). Inoltre, il passaparola ha amplificato la portata della campagna: il 71% di chi ne è venuto a conoscenza ha condiviso le informazioni con altre persone. Tra i cambiamenti nelle abitudini, il 48% ha scoperto la presenza di contenitori per lo smaltimento nelle isole ecologiche, mentre il 34% ha iniziato a separare correttamente le scatole esterne dal contenitore primario del farmaco.
Un problema diffuso e spesso sottovalutato, quello del corretto smaltimento dei medicinali. Già nel 2023, un’indagine condotta da Assosalute con IPSOS evidenziava una scarsa conoscenza delle procedure adeguate: solo il 49% degli italiani era a conoscenza dei contenitori dedicati e il 70% non sapeva esattamente come smaltire i farmaci scaduti. Un cittadino su quattro dichiarava di gettare l’intera confezione nel contenitore senza separare blister e scatola, mentre i medicinali liquidi venivano spesso eliminati erroneamente nel lavandino o nella toilette. Da questa consapevolezza, dichiara Assosalute: “il desiderio dell’Associazione di lanciare una campagna digitale che, attraverso flight su Facebook, Instagram, YouTube e TikTok, si è posta l’obiettivo di educare e informare il cittadino sul corretto smaltimento dei farmaci scaduti”.
Criticità ancora presenti
L’iniziativa di Assosalute ha contribuito a migliorare il livello di informazione, con un aumento del 10% nell’uso delle isole ecologiche per lo smaltimento e una maggiore propensione a rivolgersi ai farmacisti per chiarimenti. Tuttavia, restano alcune criticità. I giovani tra i 18 e i 24 anni risultano i meno informati, con solo il 50% che dichiara di seguire le pratiche corrette. Inoltre, la capillarità e la visibilità dei contenitori per la raccolta dei farmaci scaduti restano aspetti centrali per incentivare comportamenti responsabili.
«I dati di chiusura di ‘Non mi scadere sui farmaci’ dimostrano che la campagna ha contribuito a un primo passo verso una maggiore consapevolezza ambientale, anche quando si parla di farmaci», dichiara Michele Albero, Presidente di Assosalute. «Tuttavia, affinché propensioni e modifiche di comportamento diventino abitudini consolidate, è necessario un impegno continuativo in termini di informazione ed educazione che interessi tutto il percorso del farmaco, dall’acquisto consapevole, passando per un’assunzione responsabile e una corretta conservazione fino a uno smaltimento rispettoso delle regole e del Pianeta».
«In tal senso – conclude Albero – la campagna è in linea con la promozione di una cultura della salute sempre più matura e alla cui evoluzione può contribuire una collaborazione sinergica tra tutti gli attori del sistema sanitario a partire dai temi della corretta comunicazione».