Le guance e la punta del naso arrossate, le labbra screpolate, l’incarnato spento e arido: l’inverno non è stagione propizia per la pelle, soprattutto per quella del viso, che non può contare sull’effetto protettivo degli indumenti. A risentire maggiormente del clima invernale sono i fototipi più chiari e le persone over 50, per via della pelle più sottile, e le cuti con patologie conclamate e dunque già costituzionalmente fragili, come dermatite atopica, acne, dermatite seborroica, psoriasi e soprattutto couperose e rosacea. Racconta a Pharmaretail Carlo Di Stanislao, dermatologo, immunologo e medico agopuntore: «Gli sbalzi tra caldo e freddo, indoor e outdoor, dilatano i piccoli vasi sanguigni, peggiorando sensibilmente i disagi e gli inestetismi. Inoltre la vasocostrizione riduce l’apporto di ossigeno alle cellule, che vanno in sofferenza e producono meno collagene ed elastina, lasciando la pelle meno tonica e maggiormente segnata dalle rughe sottili». Il clima invernale intacca prepotentemente anche il microbiota, ovvero l’insieme di funghi, di lieviti e di virus “buoni” che vivono a fior di pelle, e pure il film idrolipidico, che è composto da un mix di “grasso” (sebo e lipidi epidermici) e acqua ed è coibente/antifreddo, dunque protegge la cute, quando è in equilibrio, da secchezza, avvizzimento, desquamazione e arrossamenti.
I dermocosmetici passepartout
Certo, sono soprattutto i clienti con pelli problematiche a rivolgersi al farmacista per ottenere consigli su quali dermocosmetici specifici applicare per superare agevolmente i disagi. Ma sono in buona compagnia, perché anche chi non soffre di particolari défaillance cutanee paga lo scotto del clima rigido e spesso è indotto a utilizzare prodotti con dei plus idratanti e nutrienti e che garantiscano prestazioni adatte a contrastare problemi di sensibilità, che possono comparare improvvisamente proprio a causa dello stress climatico. «Il freddo e il vento gelido provocano uno shock termico nella pelle, aumentandone la reattività», spiega ancora l’esperto. Per tutti, dunque, occorre puntare su creme “passepartout”, che funzionino alla stregua di un morbidissimo maglione di lana o come un caldissimo cappotto per garantire un tepore costante alla pelle. Che cosa può consigliare il farmacista? «Ad esempio le cold cream, formulazioni skincare “anti freddo” che, oltre a nutrire e lenire l’epidermide stressata dalle basse temperature creano una barriera contro gli agenti esterni. O, in tutti i casi, le creme un po’ più ricche di “materie grasse”, per esempio di fosfolipidi e ceramidi, che migliorano anche la coesione cellulare, o che sortiscono un effetto addolcente e ammorbidente, idratante e nutriente nel contempo, grazie agli oli, per esempio d’oliva, d’argan, di jojoba, di avocado, e ai burri vegetali, di karitè, di cacao, di murumuru (derivato da una palma brasiliana). Oltre a fornire la materia grassa più affine a quella delle pelle sono una fonte privilegiata di sostanze antietà, come la vitamina E e gli acidi grassi essenziali o PUFA, che idratano e proteggono dall’infiammazione e dai radicali liberi», spiega Di Stanislao. Un vantaggio è anche la presenza in INCI di ingredienti che rinforzano la microflora batterica cutanea, per esempio di betaglucani o echinacea, e di sostanze lenitive a calmanti come il bisabololo, derivato dalla camomilla, oltre a fermenti lattici/probiotici. «Meglio, invece, che la glicerina, non sia tra le prime due sostanze elencate in INCI: normalmente è un ottimo idratante, ma con il freddo molto intenso tende a disidratare», avverte il dermatologo.
Formule SOS
Molto adatti per le giornate particolarmente fredde, con temperature sotto lo zero, sono i balsami di nuova generazione: compatti ma leggeri e mai grassi, sono l’ideale per le cuti molto secche e, per tutte le tipologie di pelle, in versione stick Sos per un plus protettivo sulle zone particolarmente sensibili (labbra, naso, contorno occhi, guance, mani). «Un altro suggerimento che il farmacista può dare al cliente per fortificare la funzione barriera della sua pelle è di usare detergenti a bassissimo livello di emulsionanti e con ingredienti delicati, come aloe, estratti di avena o, meglio ancora, di iniziare la pulizia del viso massaggiando un olio vegetale, per esempio di ribes nero o di mandorle, di usare a seguire un latte detergente a risciacquo e, al termine, di spruzzare un po’ di acqua termale, che idrata, cede alla pelle attivi calmanti e ristabilisce il giusto pH», dice Di Stanislao.
Una “buona” dieta per una bella pelle
Al cliente andrebbe ricordato che anche l’alimentazione gioca un importante ruolo in difesa della pelle. «Nelle giornate particolarmente fredde e con forte concentrazione d’inquinanti nell’aria, noti acceleratori della disidratazione e dell’aging, è utile aggiungere ai menu quotidiani i ravanelli, il cavolo verza e le crucifere in genere, perché ricche di antiossidanti quali vitamina C e luteina e soprattutto di sulforafani, che proteggono la barriera cutanea e aumentano la compattezza della pelle», consiglia Di Stanislao. In più, quando la pelle “tira” e pizzica, dunque segnala una forte disidratazione, sono utili i supplementi con acidi grassi essenziali, come quelli con olio di borragine o di enotera, che rinforzano la barriera cutanea e sono antinfiammatori.