Uno dei principali problemi che oggi deve affrontare il titolare/direttore di farmacia è la ricerca, la selezione e la gestione del personale. Sui siti di ricerca di farmacisti compaiono oggi lunghi elenchi sia da parte di farmacie indipendenti che di network e catene. È un problema importante perché, nell’ambito del processo di trasformazione che oggi sta vivendo la farmacia, ogni strategia di crescita e di sviluppo diventa vana in assenza di personale qualificato e motivato che sia in grado di metterla in atto.
Inoltre, la reputazione della farmacia deriva dalla professionalità del team. Le persone scelgono una farmacia per ragioni di prossimità. ma soprattutto per l’atmosfera che si respira non solo dal punto di vista espositivo, ma anche per la gentilezza e competenza dei farmacisti che vi operano. Il titolare/direttore, spesso però impegnato in attività che esulano dalla professione di farmacista e sconfinano nell’area della gestione d’impresa, può ritagliarsi poco tempo per il consiglio al banco. Da parte loro, i farmacisti collaboratori dipendenti devono affrontare i rapidi cambiamenti avvenuti in quest’ultimo periodo nel mondo della farmacia. Gli orari sono ormai quasi sempre continuati e qualche volta estesi fino a tarda serata, le aperture festive sono spesso garantite, giustamente, per offrire un servizio sanitario continuativo sul territorio ed anche, non nascondiamolo, per sostenere la redditività. La professione non comporta più soltanto la spedizione delle ricette, ma prevede il consiglio nell’area commerciale, l’erogazione dei servizi, il back office e le competenze sull’esposizione. Per essere in grado di rispondere al cambiamento, si rende sempre più necessaria una maggiore disponibilità di farmacisti collaboratori. È importante quindi per i farmacisti collaboratori ampliare i loro orizzonti e prendere in considerazione l’opportunità di esercitare come liberi professionisti.
Siamo nell’ambito del lavoro autonomo, quali sono le implicazioni?
Le attività che può svolgere il farmacista che esercita la libera professione, in sostanza, sono le stesse del farmacista dipendente, la differenza principale sta nel fatto che mette a disposizione le proprie competenze ai colleghi titolari/direttori di farmacia o parafarmacia per coprire esigenze straordinarie o periodiche. Lavorando come farmacista libero professionista ci si inserisce in un contesto professionale più dinamico, in cui ci si può trovare a lavorare ogni settimana in una farmacia diversa sia per il team che la compone sia per la tipologia di clienti che la frequenta. In questo senso è fondamentale essere flessibili, comunicativi e attenti a ogni aspetto della farmacia-cliente. In aggiunta all’attività principale, si ha libertà nella gestione dell’agenda, per cui si possono aggiungere collaborazioni con l’industria o svariate attività in ambito scientifico.
Il farmacista libero professionista deve essere un consulente, non un supplente
Per far sì che questa sia un’attività interessante a livello di remunerazione è importante che questa scelta professionale si collochi in una fase di maturità professionale. Il farmacista libero professionista ha la grande opportunità di ampliare le sue competenze su diversi fronti:
– può acquisire una visione a 360° sull’assortimento commerciale perché, frequentando farmacie diverse, può venire in contatto con molteplici assortimenti, diventando veramente esperto su una gran quantità di marche, dalla cosmesi all’integrazione, ai sanitari, alla dietetica
– frequentando team differenti, ha il vantaggio di sperimentare tecniche di vendita specifiche, adottate dalle singole farmacie/parafarmacie in base al cluster di appartenenza.
– condivide protocolli di consiglio in realtà che vanno dalla farmacia in centro città, a quella di periferia frequentata soprattutto da anziani, fino a giovani realtà in catena o parafarmacie e drugstore.
– diventa un esperto in esposizione imparando dalle farmacie/parafarmacie “esperte” che allestiscono gli scaffali in base ai dati emersi a gestionale e secondo le regole del category management e del visual merchandising.
Grazie all’esperienza maturata nelle diverse realtà ed a eventuali percorsi di formazione mirati a soddisfare le sue aree di miglioramento (corsi di marca messi a disposizione dall’industria e di gestione del consiglio e dell’esposizione), il farmacista free lance diventerà un professionista completo in grado di apportare di volta in volta innovazione nella farmacia o parafarmacia in cui si troverà ad operare.
Il passaggio da dipendente a farmacista free lance è un percorso che richiede impegno e dedizione. Innanzitutto è necessario capire quali sono le proprie motivazioni, quindi valutare attentamente i pro e i contro dell’indipendenza. Tra i lati positivi della libera professione c’è senza dubbio la possibilità di gestire il proprio tempo in modo più flessibile, nonché quello di avere un maggiore controllo sull’attività svolta.
Tra i lati negativi c’è la maggiore complessità burocratica e fiscale. In quanto titolare di partita IVA, il libero professionista deve gestire da sé la contabilità e tutti gli adempimenti fiscali. Le ritenute previdenziali che ogni lavoratore dipendente ha all’origine dal proprio datore di lavoro, nel caso della libera professione vanno previste da sé, nonché occorre sempre considerare la quota obbligatoria dell’ente previdenziale ENPAF. È importante stabilire qual è l’onorario per la prestazione, tenendo conto che non esistono dei tariffari di legge e che quindi si è liberi di stabilire la cifra in base all’’esperienza, alla competenza e alla propria disponibilità (festivi, orari serali/notturni, immediatezza). Tendenzialmente le attività per servizi vengono conteggiate per ora, giorni oppure a consuntivo, tramite un prezzo forfettario. Maggiori informazioni sul lavoro di farmacista come libero professionista sono reperibili sul sito della Federazione ordini farmacisti italiani, Fofi.it.
Per il titolare/direttore molti sono i vantaggi di potersi avvalere di un gruppo di farmacisti liberi professionisti fidati e di qualità per affiancare il normale svolgimento dell’attività in farmacia. A partire dalla libertà di potersi assentare in caso di bisogno o di poter contare sempre sulla disponibilità di un farmacista nell’eventualità di un’ improvvisa malattia di un collaboratore dipendente. La collaborazione con liberi professionisti permette al titolare/direttore, in caso di dimissioni, di avere il tempo di selezionare il nuovo farmacista dipendente con calma scegliendo il miglior profilo, idoneo alle esigenze della sua farmacia. Ma non solo, la possibilità di ampliare i servizi facendo affidamento su professionisti esterni o di coprire orari scomodi per la squadra è un’opportunità da non tralasciare. Infine, potrà contare sull’acquisizione di nuove competenze in grado di risvegliare nel team una certa competizione e motivazione al cambiamento.