Storicamente tutti i grandi avvenimenti modificano le abitudini quotidiane della popolazione. La pandemia che stiamo affrontando non fa eccezione e ha già cambiato anche il mondo della farmacia sotto vari aspetti.
La comunicazione professionale tra il farmacista e i suoi clienti ha subito una profonda trasformazione a causa delle barriere di plexigrass e al mantenimento della distanza di sicurezza, incidendo in modo significativo sul fatturato commerciale. A tratti, e soprattutto nella fase del lockdown, si sono create lunghe file d’attesa sul marciapiede davanti alle farmacie ed è stato stimato che la permanenza media delle persone fosse di circa quattro minuti e mezzo. I contagi in netta risalita rendono incerta la situazione che ci attende in autunno e in inverno. Una domanda importante diventa quindi: “Come spendono il tempo dell’attesa i clienti? Come si può comunicare con loro in questo breve, ma prezioso, lasso di tempo in cui stazionano davanti alle vetrine?”.
Sfruttare i monitor per il tempo dell’attesa
Una risposta ci viene dall’utilizzo dagli schermi che rappresentano senz’altro dei validi “collaboratori” nella relazione diretta con l’utenza, strumenti indispensabili per trasmettere informazioni e comunicare con le immagini. Spot impattanti su nuovi prodotti e servizi sono un’efficace modalità di comunicazione con i clienti in attesa di essere serviti.
È importante però costruire un palinsesto che non sia solo un semplice elenco di prodotti, dettato dall’industria, ma che gli attori protagonisti della comunicazione siano i farmacisti. Titolare e collaboratori, infatti, vengono riconosciuti dai clienti come esperti e autorevoli nel trasmettere informazioni e raccomandazioni, finalizzate anche a scoprire bisogni latenti, con spot ad hoc. Per esempio il “dr. Mario” può consigliare come combattere il colesterolo alto con cibi selezionati, attività fisica e integratori specifici; la dott.ssa Luisa può proporre un trattamento per la luminosità del viso illustrando, con un video o delle immagini, come applicare in tre fasi: peeling, acqua termale e maschera idratante.
La comunicazione digitale aiuta a promuovere anche i servizi tramite video che ne illustrano le finalità e funzionamento. Molto spesso le persone non conoscono i servizi erogati dalla farmacia e l’opportunità di trasmettere sul monitor il dr. Mario intento a fare un elettrocardiogramma o la dott.ssa Luisa alle prese con un check up del capello è un’opportunità da cogliere.
Gli spot creati dalla farmacia devono avere un forte effetto persuasivo e convincente su chi legge, sedurre il target e portarlo ad agire, saper toccare le emozioni del pubblico e farsi ricordare. Occorre comunicare autenticità e non bisogna mai dare l’impressione di proporre un contenuto che abbia come unico obiettivo quello di vendere.
Lo scopo è riuscire a costruire una vera relazione tra brand/impresa, singolo professionista e il pubblico grazie ai video-consigli del farmacista e delle marche. I contenuti devono essere scelti in base alla partnership con l’industria, al sostegno alla marca privata, alla stagionalità e alla specializzazione della farmacia. Il suggerimento è quello di pianificare al meglio il palinsesto della comunicazione digitale professionale e trasformarlo in un valido strumento utile anche per il personal branding della farmacia e per reclutare nuovi clienti sull’assortimento commerciale. Se non si ha familiarità con la creazione di contenuti multimediali e grafici ci si può fare aiutare da società specializzate, come Livingshelf. In questa fase di grande cambiamento è molto importante dimostrare vicinanza alle persone non solo attraverso la relazione personale tra farmacista e paziente/cliente, ma anche introducendo nel mondo della farmacia innovazioni che sono già state sperimentate in altri ambiti.
Si tratta di una fase complicata, ma che può diventare un’occasione per analizzare le proprie abitudini e riflettere su come poter migliorare. Per rivoluzionare percorsi che sembravano immutabili e per riportare l’attenzione sulla professione, accrescendo la consapevolezza delle proprie abitudini e valutare quali siano le migliori da coltivare e che cosa è necessario mettere in cantiere per rinnovarsi e stare al passo con i tempi.