«Da questo tavolo di lavoro sono emersi molti contributi su cui riflettere. Ora si tratta di “fare le squadre” e trasformare i nostri spunti in piani di azione, non fermiamoci».
Si è conclusa con queste parole di Giuseppe Abbadessa, general manager Southern Europe di Haleon, la CEOforLIFE Round Table “ Self Care Revolution: un nuovo ecosistema per migliorare l’accesso dei cittadini alla salute quotidiana” che martedì 21 maggio a Roma ha riunito interlocutori dal mondo delle aziende, delle istituzioni e accademico che si sono confrontati sul tema dell’accesso alla salute quotidiana nel quadro della sostenibilità del nostro sistema sanitario.
CEOforLIFE è una community che aggrega più di 200 CEO, imprenditori, università, giovani, media e aspira a dare visibilità e condividere i progetti delle aziende che si stanno allineando all’Agenda 2030 e che stanno operando su una base di responsabilità sociale per il futuro.
Alla round table organizzata da Haleon, leader mondiale nel settore consumer healthcare, hanno partecipato Giuseppe Abbadessa, General Manager Southern Europe Haleon; Elena Folpini, Managing Director New Line; Erika Mallarini, Docente di Channel and Retail Management SDA Bocconi; Cristina Rossello, Deputata FI-PPE; Alfredo Procaccini, Vicepresidente nazionale Federfarma; Claudia Cipolla, Head of Italy WELLHUB; Maria Antonietta Iacovaccio, Direttore retail CEF; Giorgio Meneschincheri, Direttore Medico UOC , Policlinico Universitario A. Gemelli e Presidente Tennis and Friends; Francesca Moccia, Vice Segretaria generale Cittadinanza Attiva.
«Siamo qui come Haleon a proporre un nuovo approccio verso la salute, che sposta il paradigma dalla cura alla prevenzione, mentre allo stato attuale il 95% della spesa del SSN va nella cura» ha detto in apertura di lavori Giuseppe Abbadessa (Haleon), che è intervenuto dopo l’introduzione di Giordano Fatali, presidente di CEOforLIFE. «In base a una ricerca che abbiamo condotto sappiamo che 80 cittadini su 100 vorrebbero potersi occupare della propria salute in maniera più autonoma. Sappiamo anche che in Europa mancano 50.000 medici rispetto al fabbisogno, mentre esistono 160.000 farmacie raggiungibili a piedi».
E del ruolo centrale della farmacia nella cornice dell’assistenza territoriale e nella sua possibilità di realizzare una cultura della prevenzione hanno parlato Erika Mallarini ed Elena Folpini.
«Le farmacie sono una grande risorsa e possono contribuire a generare un sistema equo. Sono un luogo facilmente accessibile e dove entrano anche le persone sane e la prevenzione agisce proprio sulle persone sane. Adesso sono in grado di offrire servizi che prima non potevano proporre. Però da sole non possono fare cultura della prevenzione, c’è bisogno del supporto delle aziende che si occupano di self care per costruire insieme un ecosistema della salute» ha detto Erika Mallarini (SDA Bocconi).
Le opportunita’ e i nodi ancora da risolvere per la farmacia dei servizi
«Siamo un’azienda che da tanti anni lavora con aziende che fanno progetti con le farmacie, questo ci ha dato l’opportunità di guardare da un osservatorio privilegiato le dinamiche di questo canale. La capillarità è un elemento di grande forza anche se abbiamo visto che purtroppo le farmacie di provincia e le farmacie “sotto casa” che hanno visto aumentare moltissimo il traffico durante la pandemia non sono riuscite a capitalizzare questo patrimonio di ingressi e di relazioni perché già dai primi mesi del 2023 stiamo tornando alla situazione pre-pandemica» ha detto Folpini (New Line Ricerche di Mercato). E ha aggiunto: «Se da una parte la capacità diagnostica è migliorata, le occasioni per i medici di intercettare nuovi pazienti cronici sono diminuite. I medici sono sempre di meno e sempre meno accessibili, mentre le farmacie sul territorio sono aumentate. Dato che il refill per le terapie in atto può essere gestito anche attraverso strumenti digitali il cittadino tende sempre più ad incontrare il medico in occasione di sintomi acuti. La farmacia può essere quindi una importante sentinella sul territorio per le patologie croniche che sono spesso asintomatiche agli esordi. Aggiungiamo i dati dell’Automedicazione: se guardiamo alle serie storiche lunghe vediamo che si tratta di un mercato che negli ultimi 10 anni è cresciuto oltre il 4% a fatturato e oltre il 3% a unità. I cittadini sono pronti e il tema dell’educazione alla salute è assolutamente alla portata e nelle corde della farmacia. Tuttavia ci sono ancora nodi da risolvere, sui quali aziende e istituzioni possono intervenire in supporto delle farmacie: il primo riguarda la farmacia dei servizi, sappiamo che richiede investimenti importanti e non alla portata di tutti e protocolli certificati perché la qualità possa essere riconosciuta a livello istituzionale. E poi vorrei mandare un messaggio alle aziende che possono fare molto per supportare le farmacie se iniziano a ragionare spostando la negoziazione dal sell-in al potenziale espresso dal bacino di utenza».
Iacovaccio (CEF) ha ricordato le campagne di prevenzione e screening condotte da CEF nelle sue farmacie: «I servizi di prevenzione e screening sono aumentati moltissimo, ma industria e distribuzione possono fare molto per supportare il farmacista che è a maggior ragione in difficoltà perché abbiamo carenza di farmacisti».
Moccia (Cittadinanza Attiva) ha fatto luce sul tema delle disuguaglianze di accesso alla salute e sulla relazione farmacista-cittadino: «Le persone si fidano sempre di più della farmacia, e lo vediamo dal nostro sesto rapporto annuale, e hanno bisogno di ascolto, però forse ancora questo aspetto non funziona abbastanza, c’è ancora troppa disomogeneità sul territorio nell’accompagnare le persone verso la prevenzione».
Procaccini (Federfarma) in conclusione ha ripercorso i traguardi raggiunti dalla farmacia in termini di servizi e telemedicina: «La farmacia in questo momento è a passo con i tempi. E la riforma finalmente fa in modo che alcuni farmaci tornino in farmacia e che il paziente cronico sia autonomo e non abbia bisogno del care giver per andare a prenderli in ospedali lontani, nella direzione di mettere il paziente al centro che è il primo pilastro di un sistema sostenibile».