La farmacia sta vivendo un momento di svolta, anche raccogliendo i frutti dell’impegno profuso durante la pandemia. Lo sottolinea Marco Cossolo, presidente di Federfarma Nazionale in occasione della tre giorni di PharmEvolution 2022, appena conclusa a Taormina: «In questo momento la farmacia italiana è importante come i Livelli essenziali di assistenza. Tutto quello che abbiamo fatto per arrivare fin qui lo abbiamo fatto insieme: farmacisti, cittadini e istituzioni».
Rurali fondamentali durante la pandemia
Dopo due anni di assenza e alla sua decima edizione PharmEvolution ha visto confrontarsi personalità della farmacia italiana sui temi del prossimo futuro. Particolare attenzione è stata data alla farmacia rurale, quale presidio sanitario sul territorio. Alla luce del fatto che nei prossimi 10 anni 8 milioni di italiani avranno almeno una malattia cronica grave, di questi 1,2 milioni avrà più di 85 anni, diventa improcrastinabile il rafforzamento della sanità territoriale.
La risposta del governo uscente sono state le Case di comunità, ma esistono nodi irrisolti come è emerso nel convegno dal titolo “Il Pnrr e la nuova governance della sanità: progetti di collaborazione tra professionisti della sanità territoriale”. «Il nuovo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale, che sarà finanziata con le risorse del Pnrr, prevede la presa in carico del paziente cronico da parte di una equipe multiprofessionale, composta da farmacista-infermiere-medico di medicina generale», ha sottolineato Claudio Distefano, direttore comitato scientifico di PharmEvolution. «Per capire le ricadute a livello sociosanitario basta pensare che la gestione della cronicità assorbe il 70% delle risorse economiche della spesa sanitaria territoriale. Nel modello delle Case di comunità si evidenziano criticità su alcuni aspetti organizzativi, quali funzioni e prestazioni erogabili, nonché sulla definizione di ruoli e competenze delle figure sanitarie coinvolte. Sarebbe più efficace, per capillarità sul territorio e conoscenza del paziente, utilizzare e potenziare le strutture già esistenti: farmacie e medici di medicina generale».
Durante la pandemia le farmacie rurali hanno giocato un ruolo fondamentale nelle aree più disagiate perché ubicate in centri minori, meno popolosi e più difficilmente raggiungibili per motivi orogeografici, oltre che lontane dalle altre strutture sanitarie e spesso costrette ad operare in un contesto di carenza dei medici di base. «Il cittadino seguito sul territorio produce meno accessi impropri in ospedale», ha spiegato Gianni Petrosillo, presidente Sunifar, nel convegno “Farmacia rurale presidio sanitario da integrare nei nuovi modelli organizzativi territoriali del SSN”. «L’obiettivo di Federfarma è favorire un’assistenza di prossimità e consentire alle piccole farmacie, che altrimenti non riuscirebbero a garantire i servizi aggiuntivi, di seguire il processo evolutivo della farmacia dei servizi attraverso finanziamenti del Pnrr. Il target del bando era di 500 farmacie rurali entro dicembre 2023 e di 2.000 entro giugno 2026, obiettivo già raggiunto visto che sono 2.173 le farmacie che hanno aderito, di cui 1.095 quelle delle aree interne. Solo in Sicilia hanno aderito 85 farmacie e tutte hanno presentato progetti per un importo medio di 20-22mila euro, circa la metà del massimale che era di 44mila euro. E questo anche causa di alcune complessità insite nel bando». Ma, prosegue Petrosillo, «il nostro auspicio è che le risorse avanzate possano essere riutilizzate».