Ipsos, i giovani farmacisti affrontano la farmacia dei servizi senza risorse adeguate

Ipsos, i giovani farmacisti affrontano la farmacia dei servizi senza risorse adeguate

Ruoli più articolati, maggiore coinvolgimento nell’assistenza alla salute, ma anche formazione non sempre adeguata e carichi di lavoro in aumento. È il quadro che emerge dalla ricerca qualitativa e quantitativa condotta da Ipsos nel 2024 su un campione di giovani farmacisti e presentata a Cosmofarma Exhibition venerdì 11 aprile 2025, durante l’incontro Farmacisti in evoluzione: come i giovani professionisti stanno ridefinendo il loro ruolo nella sanità moderna. Stefania Fregosi, Healthcare Head di Ipsos Italia, e Francesco Ferro Russo, vicepresidente di Fenagifar, hanno discusso i risultati emersi dal confronto diretto con i farmacisti under 35 coinvolti nello studio.

Il quadro normativo spinge verso nuovi compiti

I decreti legislativi degli ultimi anni offrono alla farmacia l’opportunità di erogare nuovi servizi, cambiando il contesto in cui il farmacista si trova a lavorare. A partire dal D. Lgs. 153/2009 che introduce diversi servizi che la farmacia può offrire, fino al DM 77 che riconosce alle farmacie convenzionate con il sistema sanitario nazionale il ruolo di presidi sanitari di prossimità, sottolineando il loro ruolo in qualità di elemento fondamentale integrante del SSN e di primo accesso per i cittadini i servizi di cura e prevenzione. Una sempre più ampia offerta di servizi: grazie al decreto semplificazioni le farmacie possono somministrare ai maggiori di 12 anni tutti i vaccini e offrire maggiori servizi in un’ottica di medicina di prossimità. Dalla telemedicina alla possibilità di scegliere il proprio medico: accanto alla tradizionale croce verde comparirà la scritta farmacia dei servizi. Inoltre, «il Covid ha messo in evidenza l’importanza del ruolo del farmacista come riferimento in area salute, infatti, dal Covid in poi la reputazione del farmacista è decisamente aumentata» ha spiegato Fregosi «Lo vediamo in tutte le ricerche che facciamo per monitorare la crescente fiducia nei confronti del farmacista». In un contesto del sistema sanitario con difficoltà di accesso al medico di medicina generale, oberato dalle pratiche burocratiche con un numero di pazienti in carico molto elevato, il farmacista è il primo accesso alla salute.

Ruoli che si moltiplicano, strumenti che non bastano

Emblematica, in questo senso, la testimonianza di un giovane farmacista: «Prima bastava vendere un farmaco, oggi devi saper vaccinare, fare i tamponi, prenotare un esame online, fare un esame diagnostico, ma anche confrontare i prezzi per fare delle buone scontistiche, rendere gradevole l’esposizione dei prodotti, far quadrare il bilancio alla fine del mese…sono infiniti i nostri ruoli ormai». Di fatto i giovani farmacisti riconoscono un cambiamento della figura del farmacista che va ben oltre la dispensazione del farmaco e il consiglio al paziente: da un lato un’ampia offerta di servizi sanitari, dall’altra svolgere funzioni manageriali e di gestione dello store: l’ampliamento dell’offerta con prodotti extra-farmaco e le conseguenti attività commerciali di marketing; imparare a gestire il business su canali fisici e online e fare auto-promozione; valorizzare la propria consulenza offerta per non soccombere alla logica dei prezzi imposta dall’e-commerce.

«Di fatto oggi, il farmacista ha un ruolo poliedrico, e i giovani farmacisti sentono di dover essere sempre dei team manager e consulenti informati. Il 92% dei giovani farmacisti intervistati ha dichiarato che ‘deve essere sempre più informato sui diversi farmaci e prodotti per la salute in modo da poter consigliare al cliente il farmaco o prodotto più adatto. L’89% dichiara di avere sempre più responsabilità, il 72% ha sempre più un ruolo manageriale, il 72% è oberato da pratiche burocratiche e amministrative» ha proseguito Fregosi «d’altro canto, per i 2/3 dei farmacisti l’evoluzione in farmacia dei servizi rappresenta una valorizzazione del proprio ruolo. Solo per il 34% le difficoltà sono maggiori dei benefici».

I giovani farmacisti sottolineano in positivo la valorizzazione del proprio ruolo come consulente di salute. L’86% pensa che il farmacista svolga un ruolo di pubblica utilità in area salute attraverso l’offerta di numerosi servizi; il 78% pensa che il farmacista a volte sostituisca il medico di medicina generale in caso di piccoli problemi di salute. In tempi in cui il medico di medicina generale è sempre più schiacciato dalla burocrazia e alcuni pazienti non riescono nemmeno ad averne uno, il farmacista diventa il primo accesso fondamentale per la domanda di cura: dichiara un farmacista «i pazienti vengono direttamente in farmacia perché tanto il medico o non ce l’hanno proprio, o perché i tempi di attesa per una visita sono così lunghi che vengono direttamente da me, se non è una cosa grave». E un altro «Dal Covid hanno capito che noi ci siamo sempre e siamo gli unici perché il medico mica lo trovi nel weekend e nei festivi, ma a noi ci trovi sempre e sai che puoi contare su di noi».

I giovani farmacisti chiedono: formazione adeguata, riconoscimento del ruolo, work-life balance

D’altra parte, l’implementazione della farmacia dei servizi non è priva di ostacoli: i giovani lamentano mancanza di personale e eccessivo carico di lavoro (62%), mancanza di spazi (51%), difficoltà a trovare persone preparate e disposte ad assumere il nuovo ruolo (37%), meno tempo da dedicare alla vendita (25%). Inoltre lamentano che i clienti sono sempre più esigenti, spesso influenzati da informazioni poco accurate trovate online.

Dalla ricerca emerge che i giovani da una parte ritengono i servizi di per sé non remunerativi, ma che sono disposti, cambiando prospettiva, ad incrementarli in farmacia.

Per quanto riguarda i bisogni dei giovani farmacisti, solo la metà si sente ben preparato al nuovo ruolo dalla formazione universitaria, che risulta poco orientato alle nuove attività della farmacia, ma ancora troppo spostato sulla parte relativa a chimica e biologia. Chiedono per esempio corsi di psicologia o di economia. Neppure i corsi di formazione professionale sembrano andare incontro alle nuove esigenze, perché carenti di nozioni legate alla pratica. Inoltre spesso per seguirli, si deve rinunciare al tempo libero.

In conclusione, i bisogni dei giovani farmacisti includono: un miglior work-life balance (56%), un maggior riconoscimento del proprio ruolo (51%), formazione (47%) e chiara definizione del percorso di carriera (42%).

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