Farmacia dei servizi nel Veneto, un convegno a Padova

Farmacia dei servizi nel Veneto, un convegno a Padova

Frutto della sinergia tra Federfarma Veneto ed Edra, il Regional Meeting “Farmacia dei servizi. Il modello Veneto: innovazione e sinergie per la salute della comunità”, tenutosi a Padova, è stato l’occasione per mettere a confronto rappresentanti di categoria, istituzioni e aziende. Con il contributo di specialisti che si occupano, nel mondo farmacia, di questioni giuridiche e fiscali.

Al centro quello che da qualche anno a questa parte – in particolare nel post pandemia – è un tema cruciale di salute pubblica: il rilancio della assistenza sanitaria territoriale, dopo la prova non proprio eccelsa offerta durante il Covid, pur facendo i dovuti distinguo tra Regione e Regione.

Un perno del sistema

Tanto l’assessore alla Salute della Regione Manuela Lanzarin quanto la dirigente della Sanità Regionale Giovanna Scroccaro hanno messo in luce come il sistema farmacia veneto sia un perno della sanità territoriale in termini di prossimità al cittadino e di  supporto alle campagne di prevenzione avviate in sinergia con la Regione. Non solo, ma sempre più forte si fa il ruolo del farmacista in una società sempre più anziana e nella quale il tema della cronicità è uno dei temi centrali in materia di assistenza sanitaria.

Durante il convegno il presidente di Federfarma Veneto Andrea Bellon ha illustrato i risultati delle passate attività e le prospettive future per i servizi fruibili e implementabili in farmacia. «Fondamentale», ha ribadito, «che le farmacie partecipino alle campagne di monitoraggio dell’aderenza terapeutica, come quelle avviate su diabete tipo 2, ipertensione e ipercolesterolemia». Molto importanti i numeri dello screening del colon retto, che tra 2022 e 2023 ha visto la partecipazione di quasi tutte le farmacie venete. Allo stesso tempo Bellon cerca di guardare oltre: bisogna passare dalla fase della sperimentazione dei servizi in farmacia a quella della convenzione. Ovvero della possibilità di trovare accordi con la Regione che consentano di offrire tali prestazioni ai cittadini nella cornice di quelle previste dal Servizio sanitario regionale. Un obiettivo non certo a portata di mano ma su cui si può lavorare.

Da parte sua Nicola Brunello – uno dei più autorevoli commercialisti che si occupano di gestione delle farmacie – ha tenuto a sottolineare che «la scelta dei servizi per la farmacia deve essere una scelta strategica e non basata su calcoli a breve termine». In altre parole, non si tratta per il titolare di valutare l’opportunità di optare per una maggiore offerta di servizi al cittadino ma anche di comprendere la sostenibilità di una simile opzione per l’“impresa farmacia”.

Altri due riconosciuti esperti della farmacia nazionale – gli avvocati Quintino Lombardo e Silvia Cosmo, dello studio HWP – si sono soffermati sulle questioni di carattere normativo. Non ha più molto senso, ha sottolineato Lombardo, mettere in dubbio la liceità di determinate attività svolte dalle farmacie. Attività di carattere sanitario che sono state legittimate – al di là delle norme di emergenza varate durante la pandemia – da più provvedimenti legislativi e sancite dalla stessa Corte Costituzionale, in una sentenza che ricorda come la farmacia possa andare ben oltre la semplice, e tradizionale, dispensazione del farmaco.

Il tema, semmai, è quello di pensare a nuovi modelli organizzativi, che consentano di mettere davvero a frutto le nuove prospettive offerte dalla normativa. Come giustamente rimarca Cosmo, occorre che, nello staff di una farmacia, siano garantite le competenze e l’aggiornamento degli stessi farmacisti, al fine di prevenire eventuali difficoltà e limitare i rischi.

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