Cosmetica in farmacia: dati, prospettive e riflessioni sulla bellezza a Cosmofarma 2025

Cosmetica in farmacia: dati, prospettive e riflessioni sulla bellezza a Cosmofarma 2025

Ampio spazio per la cosmetica all’interno del programma dell’edizione 2025 di Cosmofarma Exhibition (BolognaFiere, 11-13 aprile), con un calendario di incontri dedicati all’evoluzione del canale farmacia e alla relazione tra benessere, consulenza e cultura della bellezza.
Cosmetica Italia – attraverso il Gruppo Cosmetici in Farmacia – ha annunciato la partecipazione a Cosmofarma Exhibition 2025, con un programma che propone dati aggiornati sul mercato, analisi del ruolo della cosmetica nel canale farmacia e uno spazio di riflessione sul significato contemporaneo della bellezza.

 

Il Centro Studi di Cosmetica Italia condurrà l’ottava edizione dell’indagine qualitativa in tempo reale, coinvolgendo i farmacisti presenti per analizzare le dinamiche future e l’evoluzione del prodotto cosmetico all’interno del canale farmacia. Secondo quanto comunicato nella nota stampa: «I dati preconsuntivi 2024 collocano il canale farmacia al terzo posto per consumi di cosmetici in Italia, dopo mass market e profumeria. Il valore dei cosmetici venduti in farmacia è di 2,2 miliardi di euro, in crescita del 5,7% rispetto al 2023; le stime per il 2025 prevedono un incremento allineato con le dinamiche del 2024. Nel confronto quinquennale (2019-2024), il peso del canale farmacia sui consumi cosmetici risulta in lieve flessione (nel 2019 il canale rappresentava il 17,4% dei consumi cosmetici, nel 2024 il 16,6%)». Tuttavia, specifica il comunicato: «questo dato non deve essere letto come il risultato di una minor competitività di canale, ma come effetto di una pressione dell’inflazione inferiore rispetto ad altre formule distributive».

Le categorie che più contribuiscono alla crescita sono la cura del viso (30,9% del totale), i solari (10,4%) e i cosmetici per il corpo (13,5%), con tassi di incremento rispettivamente pari a +7,2%, +9,7% e +4,3% su base annua. Segnali positivi provengono anche dai cosmetici per il trucco, cresciuti del 7,6%, pur con un peso ancora marginale a valore.

«Le competenze del farmacista si allineano perfettamente con la tendenza attuale del settore cosmetico, che pone l’accento sull’importanza di risultati tangibili. I consumatori sono sempre più alla ricerca di trattamenti che offrano risultati concreti e visibili, e i consigli del farmacista, orientati a risultati pratici, sono altamente apprezzati. Questo approccio consente al farmacista di consolidare la propria posizione di esperto di fiducia, creando una relazione duratura con il cliente», ha dichiarato Luigi Corvi, Presidente del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia.

Il compito culturale dell’industria della bellezza

Ad aprire il Cosmetic Summit sarà il filosofo della scienza Stefano Moriggi, docente di Cittadinanza digitale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e membro permanente della McLuhan Foundation di Toronto, che aprirà una riflessione sul concetto di bellezza.

Il suo intervento «La bellezza e l’automa: un dialogo necessario» è stato anticipato da un’intervista diffusa da una nota stampa di Cosmetica Italia.

Nell’intervista, Moriggi solleva interrogativi su come la percezione della bellezza venga influenzata dai modelli digitali e dalla crescente esposizione a identità costruite attraverso filtri e algoritmi. «C’è un dibattito anche sui filtri dei vari social network che riguarda gli adolescenti e non solo, dove alcuni scompensi (anche psicologici) sono talvolta generati dallo iato che si viene a creare tra i connotati sintetici di sé virtuale e una “realtà” che fatica a reggere il confronto».

All’interno di questa dinamica, l’industria cosmetica è chiamata – secondo Moriggi – a promuovere una diversa consapevolezza: «Mi pare importante e opportuno che anche l’industria della bellezza investa culturalmente in una direzione che agevoli l’esercizio di riconoscere la bellezza (anche) nella valorizzazione della propria specificità».

Una posizione che si lega a una visione della bellezza come esperienza soggettiva, non riducibile a standard esterni o a logiche imitabili. «La bellezza intesa come sentirsi bene nel proprio corpo e nella irriducibile unicità del proprio corpo» diventa una prospettiva da recuperare, anche nel dialogo tra professionisti del benessere e cittadini.

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