Si è appena conclusa la prima edizione del Planetary Health Festival di Verona che ha visto succedersi 64 eventi, cui hanno dato voce 296 relatori. Quanto al pubblico, 4.500 i partecipanti nelle sessioni convegnistiche e 40.000 le persone raggiunte attraverso gli streaming: professionisti del settore, studenti e cittadini. Una tre giorni di incontri e approfondimenti organizzata da Healtival (società del gruppo Edra Lswr) con il patrocinio del Comune di Verona e della Rete nazionale Città Sane-Oms.
Un cambio di paradigma
Quello di One Health, di salute circolare, è un concetto che deriva direttamente dall’Organizzazione mondiale della sanità: la salute è una – uomini, animali e natura – e preservarla è compito di tutti. Lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci, inaugurando la manifestazione, ha ricordato che , «nella riforma del Ministero, abbiamo istituito un Dipartimento One Health, un approccio che sarà anche centrale nel prossimo G7 Salute ad Ancona».
Di Walter Ricciardi, docente di Igiene e Medicina Preventiva alla Cattolica di Roma e presidente del Comitato Scientifico del Festival, la sintesi più efficace: «Non ci dobbiamo rassegnare, anche se viviamo in un mondo in tempesta. Il Planetary Health Festival ha rappresentato un momento cruciale per riflettere sull’interconnessione tra la salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali. La partecipazione e l’interesse dimostrati in questi giorni ci confermano quanto sia necessario un cambio di paradigma, dove la salute venga vista come un sistema globale e integrato. Solo affrontando le sfide sanitarie in un’ottica planetaria, possiamo davvero fare la differenza e garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti. Questo festival ha dimostrato che unendo le forze scientifiche, istituzionali e civiche possiamo compiere passi concreti nella giusta direzione».
Quattro i principi cui si è ispirata la manifestazione:
- coinvolgimento della comunità: grazie a momenti di interazione con il pubblico e laboratori tematici, il festival ha creato un forte senso di partecipazione, coinvolgendo i cittadini di Verona e non solo, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare sulle problematiche legate alla salute globale. Durante la giornata del venerdì centinaia di ragazzi hanno circondato il monumento emblema di Verona, l’Arena, in un abbraccio simbolico all’ambiente;
- dialogo interdisciplinare: il festival ha riunito esperti provenienti da diversi ambiti, dalla medicina all’ecologia, fino alla politica e all’educazione, favorendo una comprensione più ampia e completa delle questioni ambientali e sanitarie globali;
- collaborazione internazionale: la partecipazione di speaker di rilevanza internazionale ha permesso un confronto diretto sulle best practices e le esperienze già in atto a livello globale, creando una rete di conoscenze utili a pianificare nuove azioni congiunte;
- impegno delle istituzioni: il sostegno del Comune di Verona e di altre realtà istituzionali ha giocato un ruolo chiave nel successo dell’evento, dimostrando l’importanza di un impegno pubblico per affrontare le sfide legate alla sostenibilità e alla salute
Fondamentale un punto: la salute del pianeta, la sostenibilità dell’ecosistema nel quale viviamo non possono prescindere dalla partecipazione dei cittadini in prima persona a iniziative come queste, dove una informazione credibile si coniuga con la sollecitazione a essere tutti partecipi di una “battaglia” contro il cambiamento climatico, il consumo indiscriminato delle risorse naturali, l’adozione di stili di vita che, alla fine, non fanno altro che ingigantire il divario socio-economico tra Paesi avanzati e in via di sviluppo. Combattere le disuguaglianze dovrebbe essere una priorità assoluta, mentre abbiamo assistito a fenomeni globali come la pandemia hanno contribuito ad accrescerle.
«Continueremo a impegnarci affinché questo appuntamento diventi un punto di riferimento annuale per chiunque voglia contribuire a un futuro più sano per il nostro pianeta», la promessa finale di Ludovico Baldessin, amministratore delegato di Edra.