L’escalation del conflitto Russia ed Ucraina continua a mantenere in tensione i mercati delle materie prime e delle forniture, contribuendo ad alimentare la corsa dei prezzi al consumo a livello globale. La situazione particolarmente complicata in cui si viene a trovare la Comunità Europea sta provocando la svalutazione dell’euro. Il rischio di blocco (o inversione) della crescita economica si fa sempre più concreto.
In uno scenario in cui la durata della guerra è una variabile cruciale, il Centro studi di Confindustria taglia le stime di crescita del Pil nel 2022 a +1,9% (-2,2 punti rispetto alle stime dello scorso ottobre). Ad aprile l’inflazione al consumo corre al ritmo del +1% su base mensile e del +6,2% su base annua, sempre spinta prevalentemente dal paniere energetico.
Secondo i dati IRI Ricerche di Mercato, in ritardo rispetto ad altri comparti anche il Largo Consumo Confezionato nella Distribuzione Moderna manifesta a marzo un’accelerazione dei prezzi (a febbraio i rincari erano ancora relativamente contenuti), accompagnata ad un calo dei volumi di vendita che portano il progressivo dell’anno al -2,7%. Il confronto con la Pasqua più anticipata del 2021 contribuisce ad accentuarne la flessione.
Ancora in calo l’intensità della leva promozionale, una dinamica che contribuisce ad alimentare l’inflazione del comparto.
Il Discount è sempre di più «l’asso pigliatutto» del Largo Consumo e continua a sottrarre quote di vendita ai formati distributivi «classici», nonostante stia trasferendo aumenti dei prezzi percentualmente molto maggiori.
Si salva ancora il Personal Care
Nel generale calo dei volumi di vendita fa eccezione il Personal Care che beneficia ancora di prezzi in calo nella media del primo trimestre oltre che della progressiva normalizzazione dei comportamenti sociali, dopo il periodo più intenso del Covid-19, mentre l’inflazione elevata consente di mantenere in terreno positivo i ricavi dell’Alimentare.
All’interno del Personal Care, Profumeria, Cura e Cosmetica del viso e Rasatura sono fra le voci in maggior progressione.
Il carrello? Gli italiani scelgono i prodotti meno costosi
Le famiglie stanno reagendo all’accelerazione dei prezzi dei prodotti offerti sugli scaffali componendo un carrello della spesa meno caro. Una risposta che penalizza le scelte di maggior valore.
La “riscalatura” degli acquisti verso prodotti più convenienti avvantaggia l’offerta delle marche del distributore che torna a risalire dopo un prolungato periodo di contrazione mentre cala la marca industriale.
A marzo inoltre il ricorso al Hi-Lo promozionale scende ancora rispetto alla controcifra, sia per i Marchi Industriali che per quelli del Distributore.
Mentre i consumi di servizi sono trainati dall’effetto delle riaperture grazie all’attenuazione dell’emergenza Covid, le famiglie stanno subendo i contraccolpi dell’aumento dei prezzi e i consumi di beni potrebbero entrare nei prossimi mesi in una fase di contrazione. E il rischio di una nuova recessione è tutt’altro che remoto.