Il ruolo dell’integrazione nel sostenere il sistema immunitario: la review promossa da Integratori Italia

Il ruolo dell’integrazione nel sostenere il sistema immunitario: la review promossa da Integratori Italia

La pandemia da Covid-19 ha spinto circa 1 italiano su 10 all’assunzione di integratori. Tra i consumatori il 58% dichiara di utilizzarli come misura preventiva, per cercare di preservare lo stato di salute e l’efficienza del sistema immunitario. Sono questi i dati che Integratori Italia sottolinea presentando la review “Stile di vita, alimentazione ed integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte”, a cura di Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy e promossa dall’associazione.

Immunofitness, una essenziale strategia di salute pubblica

Secondo il documento della NFI, il ricorso agli integratori alimentari può rappresentare, nell’ambito dei limiti di sicurezza fissati dal Ministero della Salute, un modo efficace per sostenere la funzione immunitaria stessa. Il mantenimento di un livello di efficienza ottimale del sistema immunitario, attraverso ladozione di stili di vita adeguati, va considerato unessenziale strategia di salute pubblica. La definizione degli interventi finalizzati in modo proattivo e specifico a rafforzare il sistema immunitario della popolazione rappresenta tuttora un tema da affrontare mediante progetti di ricerca mirati: ma è già nota l’importanza di promuovere programmi educativi che facilitino l’adozione degli opportuni cambiamenti degli stili di vita da parte di una società sempre più longeva.

«Gli interventi di salute pubblica e le vaccinazioni sono di importanza determinante nel limitare la diffusione e l’impatto delle infezioni. Ma le gravi conseguenze di patologie come il COVID-19 in termini di morbilità e mortalità per infezioni respiratorie, sottolineano l’esigenza di affrontare questi temi in modo articolato e globale, anche considerando, in casi specifici, la possibile supplementazione con integratori alimentari, con un’attenzione maggiore agli interventi che, ottimizzando la funzione immunitaria, possono ridurne la probabilità di comparsa» ha dichiarato Andrea Poli, a commento della presentazione della review.

Il documento analizza alla luce delle esigenze messe in luce dalla pandemia di Covid-19, le possibili strategie del cosiddetto immunofitness, cioè in una condizione di efficienza del sistema immunitario che consente all’organismo di rispondere efficacemente alle infezioni, incluse quelle di natura virale. Se è noto che il benessere dell’organismo parte da un’alimentazione bilanciata e completa e da un’adeguata attività fisica, tuttavia stili alimentari non equilibrati, ormai diffusi in una società prevalentemente sedentaria come la nostra, possono comportare la comparsa di squilibri di varia natura. In questo caso, una strategia di immunoprotezione può derivare da integrazioni mirate, per le quali esistano prove convincenti di efficacia e di sicurezza.

Dalla review emerge come l’assunzione bilanciata e completa di micronutrienti quali vitamine D, C, B6 ed E, zinco, ferro, selenio e rame, nonchè di sostanze ad effetto fisiologico come probiotici, prebiotici ed alcuni botanicals, può promuovere una funzione immunitaria ottimale, aiutare a controllare l’impatto delle infezioni e potrebbe contribuire a limitare gli effetti patogeni di nuovi ceppi virali. L’integrazione con micronutrienti e composti specifici, come vitamine, minerali, gli acidi grassi omega-3, rappresenta d’altra parte un modo sicuro, efficace e a costo contenuto, nell’ambito dei limiti di sicurezza fissati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), per compensare eventuali carenze nutrizionali e supportare la funzione immunitaria ottimale, riducendo quindi il rischio e le conseguenze delle infezioni.

Un capitolo è dedicato alla lattoferrina, di cui si è nei mesi scorsi discusso relativamente ad un possibile ruolo protettivo nei confronti del Covid-19. Questa proteina, che si trova nel latte della maggior parte di mammiferi, a lungo studiata per il suo potenziale ruolo preventivo nei confronti della sindrome metabolica, è stata anche proposta come antivirale, date le sue proprietà chelanti il ferro, ma gli studi svolti finora non hanno confermato in modo chiaro queste attività in vivo.

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