Come ogni anno, l’Istat ha aggiornato il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, un indicatore chiave per misurare l’inflazione e monitorare l’evoluzione dei consumi delle famiglie italiane. Nel 2025, il paniere utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) comprende 1.923 prodotti elementari, otto in più rispetto al 2024. Per l’indice armonizzato IPCA, il totale sale a 1.944 prodotti elementari.
Tra le novità di quest’anno figurano alcuni beni di uso comune che riflettono l’evoluzione delle preferenze dei consumatori: lo speck da banco, i pantaloncini corti da donna, la lampada da soffitto, il topper per materasso, la camera d’aria per bicicletta, le spazzole tergicristalli e il cono gelato. Secondo l’Istat, questi prodotti “migliorano la rappresentatività del paniere”, garantendo una fotografia più precisa delle abitudini di spesa.
I prodotti che escono dal paniere
L’aggiornamento non riguarda solo le aggiunte: alcuni beni escono dal paniere perché considerati ormai obsoleti o non più rilevanti per i consumi degli italiani. È il caso dei test sierologici e dei tamponi molecolari per il Covid-19, che avevano acquisito rilevanza negli anni della pandemia ma che ora, con la riduzione delle spese ad essi collegate, perdono di rappresentatività. Esce anche il segmento di consumo relativo ai prezzi dell’energia elettrica per le famiglie in transizione dal mercato tutelato a quello libero, introdotto nel 2024.
Come vengono rilevati i prezzi
Per stimare l’inflazione, l’Istat utilizza una combinazione di metodi di rilevazione. Nel 2025, saranno circa 33 milioni le quotazioni di prezzo provenienti dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) tramite scanner data, 388mila raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica, 237mila rilevate direttamente dall’Istat o da fornitori di dati e 214mila provenienti dal database dei prezzi dei carburanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Inoltre, circa un milione e mezzo di osservazioni riguardano i canoni di affitto delle abitazioni di proprietà privata.
Un altro aspetto rilevante è il numero dei comuni coinvolti: nel 2025 saranno 80 i comuni che contribuiranno al calcolo degli indici per l’intero paniere dei prodotti a rilevazione tradizionale, rispetto ai 79 del 2024. Altri 10 comuni effettueranno la rilevazione solo per alcune tariffe e servizi locali.
Il peso delle diverse categorie di spesa
L’Istat ha inoltre aggiornato il peso delle diverse categorie di spesa nel calcolo dell’inflazione. Nel 2025 aumenterà il peso di settori come abitazione, acqua, elettricità e combustibili, trasporti e servizi ricettivi e di ristorazione, mentre si ridurrà quello di ricreazione, spettacoli e cultura, comunicazione e altri beni e servizi.