Omeopatia, atteggiamento positivo degli italiani ma vendite in calo

Omeopatia, atteggiamento positivo degli italiani ma vendite in calo

Le vendite dell’omeopatia negli ultimi due anni non sono andate bene in farmacia. I dati recenti di New Line RDM (Barometro di Gennaio) confermano che anche in questo inizio di anno il mercato non riesce a risollevarsi e prosegue nei trend negativi osservati per tutto il 2022, con un differenziale negativo in doppia cifra sia a fatturato (-11,9%) sia a confezioni (-21,5%).

Già nel 2022 l’omeopatia aveva chiuso con differenziali negativi a fatturato (-10,8%) e confezioni (-15,6%) e anche nel 2021 aveva riportato rispetto al 2020 trend negativi (-2,4% a fatturato, -0,4% a confezioni).

Ma se le vendite sono effettivamente in calo, una recente indagine condotta da Harris Interactive per Boiron, sembra evidenziare un atteggiamento più fiducioso che scettico da parte degli italiani nei confronti della medicina omeopatica e del suo utilizzo.

Il 66% degli intervistati ha fiducia nella medicina omeopatica

I dati raccolti dalla ricerca “Omeopatia: conoscenza e utilizzo in Italia”, condotta da Harris Interactive per Boiron, mostrano che più di metà degli italiani ha utilizzato l’omeopatia nel corso della propria vita (57%), dichiarandosi soddisfatto nell’81% dei casi. Il 33% lo ha fatto nel contesto di una malattia cronica, il 27% in sostituzione ad un trattamento poco efficace, il 25% in occasione della pratica di uno sport.

Inoltre, c’è evidenza che gli italiani conoscono l’omeopatia e ne riconoscono il ruolo all’interno della medicina moderna: il 66% degli italiani ha fiducia nella medicina omeopatica e il 77% la ritiene complementare alla medicina convenzionale. Solo l’11% non si fida per nulla dell’omeopatia. Se da una parte l’86% degli italiani dichiara di conoscere l’omeopatia, dall’altra solo il 26% sarebbe in grado di parlarne e spiegarla nel modo corretto.

«Se quest’ultimo dato evidenzia il bisogno di una maggiore comunicazione sull’omeopatia, importante affinché ci sia consapevolezza e quindi aderenza alla terapia, è però vero che non tutti gli saprebbero spiegare nel dettaglio neppure la medicina convenzionale», ha spiegato, commentando i dati, Bruno Galeazzi, medico internista e presidente Fiamo (Federazione italiana associazioni e omeopati italiani). «Oggi i pazienti sono molto più informati e consapevoli rispetto al passato; per questo ritengo sia doveroso, da parte del professionista della salute, trovare il giusto approccio per informarli in modo adeguato. Noi come omeopati italiani, insieme alle altre associazioni che rappresentano questa categoria, stiamo lavorando sulla comunicazione, per rendere l’omeopatia comprensibile e accessibile a molte più persone».

Guardando a quello che potrà succedere, dal sondaggio emerge che 6 italiani su 10 pensano di ricorrere all’omeopatia in futuro. Tale scelta si basa su vari punti di forza riconosciuti ai medicinali omeopatici, tra i quali possiamo menzionare il fatto che sono naturali e, quindi, senza rischio di effetti collaterali (57%); che consentono di non utilizzare farmaci chimici (45%); che rappresentano un trattamento efficace (26%) e un’alternativa migliore per la propria salute (24%).

Tra coloro che ne ipotizzano l’utilizzo in futuro, il 45% afferma che si rivolgerebbe prima a un medico omeopata o a un medico generico, mentre il 40% chiederebbe direttamente al proprio farmacista. È, infatti, emerso che il 72% degli italiani riconosce la farmacia come il luogo più adatto per l’acquisto dei medicinali omeopatici. Infine, il 38% degli italiani vorrebbe che l’omeopatia fosse proposta più spesso dagli specialisti della salute e circa il 40% vorrebbe associare l’omeopatia alle terapie convenzionali.

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