Il cambio di abitudini quotidiane ma anche della visione del futuro che stiamo sperimentando in questi mesi, ha generato effetti sugli acquisti di prodotti e servizi per il benessere. A farne una fotografia, il Rapporto sull’Economia del Benessere 2020, seconda edizione dell’indagine realizzata da Doxa, commissionata da Philips, che ha analizzato stili di vita, abitudini e tendenze di consumo di 4.000 italiani su alimentazione, attività fisica, cura del corpo, gestione dello stress e igiene del sonno.
Aumenta del 16% la spesa per prodotti contro l’insonnia
Secondo la ricerca, gli acquisti per il benessere sono scesi nell’ultimo anno a 37 miliardi di euro, segnando un -14% rispetto ai 43 miliardi del 2018 (rilevazione: ottobre 2018), mentre la spesa pro-capite è passata da circa 1.300 a 1.200 euro annui (-7%).
Se si osserva la ripartizione del paniere di spesa per il benessere degli italiani in questo inizio di anno, si rileva che è in linea con quanto rilevato nella edizione precedente della ricerca: 40% per la sana alimentazione (vs 41% 2018), 23% per la cura del corpo – ma nella ricerca non sono inclusi gli acquisti di prodotti cosmetici – (vs 24% 2018) e 19% per l’attività fisica (vs 20% nel 2018). Ma i numeri in termini assoluti fanno emergere un quadro sostanzialmente diverso: la spesa in sana alimentazione registra una contrazione del 15% (14,9 mld di euro rispetto ai 17,5 del 2018), così come quella per la cura del corpo (8,6 miliardi vs 10,2), mentre riguardo all’attività fisica la contrazione è stata del 17% (7,1 miliardi vs 8,6). Dopo mesi di isolamento, in cui gli italiani sono stati soggetti a elevati livelli di tensione e incertezza, una voce di spesa, quella per la gestione dello stress, rimane sostanzialmente invariata (4,8 mld vs 4,9 mld 2018 pari a -2%). In controtendenza invece la spesa per il sonno, salita a 2,1 miliardi, +16% rispetto agli 1,8 del 2018.
Questi dati sono in linea con un recente studio dell’Ospedale San Raffaele di Milano, pubblicato a luglio 2020 sul Journal of Neurology, che ha rilevato come i soggetti con difficoltà di addormentamento erano il 39% nel periodo pre-Covid, mentre durante il lockdown sono saliti al 55%. Nei lavoratori si è osservato anche un incremento dell’insonnia di mantenimento, ovvero i ripetuti risvegli notturni, che è passata dal 24% nel periodo pre-Covid al 40% durante il lockdown.
Vediamo nel dettaglio il Rapporto 2020. L’emergenza Covid-19 ha avuto significative ripercussioni sulle pratiche orientate alla prevenzione: è diminuita, infatti, la frequenza con cui ci si è rivolti di persona al medico di famiglia e si sono eseguiti esami e accertamenti. Si è parzialmente supplito con consulti a distanza e online, a cui hanno fatto ricorso il 56% degli italiani per quanto riguarda i medici di famiglia e il 35% per gli specialisti. È calata anche la spesa pro-capite in sana alimentazione, passata a 437 euro dai 513 della prima rilevazione (-15%). Proiettata sull’intera popolazione italiana la contrazione è stata pari 2,6 mld di euro, e ha coinvolto tutti i settori presi in considerazione, dall’integrazione alimentare ai prodotti per regimi specifici ai piccoli elettrodomestici. Nonostante questo, si va affermando una propensione per gli acquisti green, con quasi il 40% delle persone che dichiara di acquistare con una certa regolarità marche e prodotti attenti all’ambiente. Circa 3,5 prodotti su 10 che mettiamo nei nostri carrelli sono “sostenibili”, mentre quasi 4 italiani su 10 dimostrano una buona propensione a spendere di più pur di consumare prodotti ecosostenibili. L’attenzione per l’ambiente si riflette anche nella scelta dei piccoli elettrodomestici: anche in questo caso il 40% degli italiani è disposto a spendere di più per un prodotto eco-friendly, con punte del 51% nella fascia di età 18-24.
L’emergenza Covid-19 ha bloccato l’espansione della pratica sportiva, a causa dell’impossibilità di recarsi in palestra e centri sportivi, causando una contrazione della spesa degli italiani in questo settore pari a 1,5 mld di euro (-17%). In deciso aumento l’utilizzo di supporti digitali come le app (43% attuale vs 31% nel 2018) e il ricorso a personal trainer, cresciuto al 20% rispetto al 10% della scorsa rilevazione, anche grazie alle lezioni a distanza, alle quali fa ricorso il 10% degli sportivi. Mentre soffrono chiaramente il mondo di palestre e piscine (-850 milioni) e il settore abbigliamento e attrezzature sportive (-300), rimane sostanzialmente invariata la spesa per device tecnologici, sempre vicina a quota 900 milioni.
Per oltre il 50% degli italiani la crisi ha acuito la sensazione di ansia e stress, motivo per cui la spesa in questo settore è rimasta sostanzialmente invariata. Se da un lato i mesi di quarantena hanno inevitabilmente prodotto una contrazione della spesa per la partecipazione fisica a corsi in presenza, dall’altro si registra una crescita del ricorso agli specialisti, a cui si sono rivolti 6 milioni di italiani (contro i 4,7 del 2018) per una spesa che è cresciuta a oltre 900 milioni dai circa 750 del 2018 (+20%).
Infine, il capitolo della qualità del sonno: la percentuale di quanti lamentano difficoltà a dormire è balzata al 59% della rilevazione attuale rispetto al 47% del 2018. Gli italiani si sono così ritrovati a spendere 300 milioni di euro in più rispetto al 2018 per affrontare la situazione e lo hanno fatto in particolare ricorrendo a rimedi quali tisane, integratori e prodotti erboristici (+200 milioni rispetto al 2018) e consultando gli specialisti, per una maggiore spesa pari a quasi 100 milioni di euro.