Il Covid-19 non ha risparmiato uno dei mercati tradizionalmente più strategici per la farmacia, quello degli integratori. Siamo in presenza di una sofferenza importante anche se inferiore rispetto alla media del canale: nei primi 9 mesi dell’anno parliamo dell’1,2% in termini di fatturato e il 2,5% in termini di pezzi. E soprattutto da contestualizzare all’interno di uno scenario complessivo sul quale l’emergenza sanitaria ha impattato in maniera non lineare. Simone Nucci (nella foto), direttore commerciale di New Line Ricerche di Mercato, ha fatto il punto sulla situazione del mercato nell’appuntamento che si è tenuto nell’ultima edizione di Farmacista Più “Gli Integratori Alimentari nell’attuale scenario: perché sono una categoria importante per la farmacia e la salute del cittadino”: «In generale, dalla nostra analisi, il Covid-19 ha influito negativamente sulle vendite realizzate nel 2020 fino a questo momento. In questi primi nove mesi del 2020 il mercato della Farmacia ha registrato un calo rispetto allo stesso periodo del 2019, con un trend complessivo a fatturato del -2,9% e del -1,9% a volumi.
Ma l’impatto più evidente della pandemia si è avuto sul traffico, continua Nucci: «Nel progressivo 2020 il numero di ingressi in farmacia si è ridotto di oltre il 7%, che equivale a circa 360 persone in meno ogni mese. Nei mesi del lockdown la flessione è arrivata anche al 20%. Agli accessi ridotti è corrisposto fortunatamente uno scontrino un po’ più pesante in termini di valore e pezzi acquistati». Un’emorragia di traffico dovuta alla riduzione degli spostamenti e anche a un minor ricorso alla prescrizione del medico, che hanno penalizzato il cross selling farmaco-integratore, come sottolinea Nucci: «Nel 40% dei casi chi acquista un integratore acquista anche un farmaco (etico o di automedicazione), quindi necessariamente il calo degli ingressi ha un impatto significativo. Se analizziamo la dinamica su base mensile attesta come siano stati proprio i mesi del lockdown quelli maggiormente penalizzanti (con flessioni a doppia cifra) con un recupero negli ultimi mesi, in particolare su settembre che fa registrare un +5,7%».
Per quanto riguarda le singole categorie all’interno del mercato generale, i dati raccontano importanti cambiamenti che possono tuttavia rappresentare opportunità da cogliere: «L’analisi a livello di categoria mostra dinamiche “schizofreniche”, con i mercati più legati alla prevenzione e al benessere mentale in grande crescita (sul progressivo a settembre a valore Vitamine +40%, Funzioni Immunitarie +51%, Riposo notturno +25%)». Nell’anno della pandemia, esplode dunque la domanda di prevenzione (vitamine e funzioni immunitarie) e di rimedi contro l’insonnia, entrambi facilmente spiegabili con inevitabili paure legate alla situazione emergenziale.
Al boom di integratori per riposo notturno e prevenzione fa da contraltare il calo di mercati più maturi: «i probiotici, un tradizionale driver di crescita all’interno degli integratori, e i rimedi per la tosse scontano la minor incidenza della patologia influenzale classica e il conseguente minor ricorso a cure antibiotiche con una contrazione a valore rispettivamente del 8,5% e 19,1%. Risultati che si spiegano anche con l’assenza o la riduzione di soggiorni in Paesi esteri per quanto riguarda i probiotici».
Nel contesto rivoluzionato dalla pandemia si inserisce anche il canale Online (Farmacie e Parafarmacie autorizzate dal ministero), come spiega Nucci: «In virtu’ dell’accelerazione imposta dalla digitalizzazione a causa del Covid-19 l’online arriva a sviluppare il 5,4% del totale fatturato commerciale di Farmacie e Parafarmacie; parliamo sul progressivo a settembre di 490mio di € con uno scostamento di oltre il 70%. Di questo totale, gli integratori rappresentano una fetta importante perché generano circa 175 mio€ con un aumento del + 72% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Se mediamente la quota delle vendite di Integratori online rispetto al totale vendite di farmacie e parafarmacie (online+territoriale) è il 6,7%, su alcune categorie il consumatore risulta maggiormente propenso all’acquisto digitale; per funzioni immunitarie, prodotti anticaduta e controllo del peso, la quota dell’online oscilla tra il 7,5 e il 10%».
Che cosa succederà nel prossimo futuro? Non ci sono segnali per essere pessimisti, conclude Nucci: «L’Online non sembra destinato a essere un fenomeno passeggero. Al di là della crescita opportunistica dovuta agli accessi limitati in farmacia, si tratta di un’esperienza molto probabilmente destinata a radicarsi, pur con l’arrivo dei vaccini e la fine del contingentamento, anche se è possibile che ci saranno dei cambiamenti all’interno delle singole categorie. Per quanto riguarda la farmacia fisica gli ultimi numeri ci mostrano una ripresa. E in generale l’esplosione di vitamine, rimedi per il benessere mentale e per le funzioni immunitarie sono fenomeni da cogliere perché si tratta di strumenti di cura che necessitano del consiglio del farmacista, dove un professionista può spendere la sua competenza e rappresentare un riferimento importante per le nuove esigenze dei consumatori. Le aziende le hanno già colte: nei primi nove mesi del 2020 si sono triplicati i nuovi lanci nel mercato delle funzioni immunitarie e delle vitamine rispetto al 2019».