Trenta milioni di persone utilizzano oggi in Italia integratori alimentari. Un settore in continua ascesa, che nel 2022 ha superato i 4 miliardi di euro di fatturato. Gli utilizzatori (in leggera prevalenza donne e adulti nella fascia d’età 35-54 anni), secondo quanto emerge dallo studio “Lo scenario degli integratori, tra benessere e star bene” – commissionato da Integratori & Salute al Future Concept Lab – ne fanno un uso consapevole: infatti 8 italiani su 10 hanno una conoscenza corretta dei prodotti che scelgono. Sostegno al sistema immunitario, supplemento energetico e aiuto per le ossa sono gli ambiti considerati più utili.
Per l’acquisto gli italiani si affidano alle farmacie e ai farmacisti
Nell’ultimo anno, il 73,3% degli italiani (soprattutto adulti tra i 35 e i 54 anni e con una leggera prevalenza delle donne) ha utilizzato integratori alimentari almeno una volta e più di 8 italiani su 10 (82,8%) li hanno usati nel corso della propria vita. Gli integratori sono visti come un “buon aiuto per tutti” (71,3%), ma anche come “un supporto per mangiare sano e fare movimento” (71,3%) e per “sostenere il benessere psicofisico” (64,5%).
Dalla ricerca emerge anche l’opinione che gli italiani hanno degli integratori, cioè che sostengono il benessere e non sostituiscono le medicine. Sono stati definiti spontaneamente soprattutto come un “aiuto a colmare le carenze dell’organismo”, ma anche come “un supporto per rafforzare l’abitudine a mangiare sano e a fare movimento” e, parimenti, “sono per tutti, per un benessere complessivo”.
«Ci fa piacere constatare -– come, in base alle principali evidenze emerse dallo studio, gli italiani abbiano una conoscenza corretta degli integratori alimentari e delle loro specificità», dichiara Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute. «Grazie alla forte impronta innovativa del comparto siamo impegnati a ricercare e progettare gli integratori del futuro, che dovranno rappresentare un sostegno sempre più mirato e strategico per il benessere delle persone. Un utilizzo più strutturato degli integratori nei prossimi anni, in linea con quanto auspicato dagli italiani nello studio del Future Concept Lab, può costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali». A dimostrazione di questo, l’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe che, sottolinea Scarpa, «ha stimato in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione, se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega 3 regolarmente. Allo stesso tempo, se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D, si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi ed avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro».
Per comprare un integratore alimentare gli italiani si affidano ai professionisti della salute, prima di tutto al medico (48,4%), seguito dal farmacista (36,3%), nutrizionista e fitoterapista (19,1%) ed erboristerie (9,1%). Non pochi quelli che si affidano a familiari, amici e colleghi (15,9%), ricerche su Google (14,5%). Per il 70,2% degli italiani, la farmacia e/o la parafarmacia sono il principale luogo di acquisto di integratori.
Molto meno diffuso – lo fanno 2 italiani su 10 (22,4%) – è l’acquisto in autonomia al supermercato. Stesso risultato per gli acquisti online sui siti specializzati in salute (22,4%). Più indietro gli acquisti di integratori su Amazon (19,7%), nei negozi di alimenti naturali (14,2%) e quelli online sul sito web di una specifica marca (6,4%).
Lo studio ha individuato anche una segmentazione in 5 nuclei generazionali (dai 25 ai 65 anni) che hanno mostrato caratteristiche distintive per quanto concerne le tendenze nel consumo di integratori alimentari, gli orientamenti socio-culturali, il rapporto con l’alimentazione e la salute.
La fascia più giovane è stata chiamata “Pro actives” (giovani adulti 25-34 anni): sono nativi digitali, attenti alla dieta, amano il fitness. L’83,3% di loro dichiara di usare integratori alimentari, che servono a riequilibrare la dieta e bilanciare l’alimentazione (per il 32,7% degli intervistati) e a integrare vitamine e proteine (per il 22,4%). Sono i più attenti alla tutela della salute: cercano – più di ogni altra generazione – alimenti che li aiutino a prevenire disturbi e problemi (il 35,9% rispetto a una media del 27,3%). 3 su 10 (32,7%) sostengono infine che, in alcune fasi della vita, gli integratori siano proprio necessari per integrare specifiche carenze.
Il nucleo successivo è costituito dai “Pro tasters” (giovani adulti 35-44 anni): edonisti, alla ricerca del bello e del benessere. Gli integratori vengono usati da questa generazione soprattutto per sostenere il benessere psico-fisico (compresi il sonno e la stanchezza): affermazione condivisa dal 68,5% (rispetto al 64,5% della media e più di ogni altra generazione).
Sempre sotto i 40 anni, la terza fascia, definita “Pro families” (giovani adulti 30-39 anni): l’organizzazione è alla base del loro equilibrio. L’organizzazione familiare (39,7%) e la preoccupazione (12,2%) orientano la loro vita quotidiana. La frequentazione dei social network e le community li aiutano a sviluppare la prima e affrontare la seconda. Considerano gli integratori funzionali a colmare le carenze dell’organismo per sé e i propri figli (è così per il 26,9% rispetto al 16,9% della media). A farne uso, nel complesso, sono l’82,7%.
Adulti tra i 40 e i 54 anni sono i “New normal”, che credono nell’innovazione e si fidano degli esperti. Più di ogni altra generazione, quella dei “New normal” è alla ricerca di soluzioni innovative, che la ricerca scientifica metterà a disposizione per migliorare la propria condizione di salute nel tempo. L’83% del campione usa integratori alimentari e il 68,2% li acquista in farmacia/parafarmacia (mentre il 26,7% al supermercato). Quasi 1 su 2 (49,7%) fa affidamento a fonti di informazione attendibili. I “New normal” considerano gli integratori un utile complemento ai farmaci tradizionali, in caso di specifiche malattie: lo dichiara il 54%. Tra le funzioni principali attribuite a questi prodotti, per questa generazione c’è quella di migliorare il sistema immunitario (32,1% del campione).
Infine, un quinto gruppo è quello delle “Singular women” (donne tra 55 e 65 anni): pragmatiche promotrici della sostenibilità. L’innovazione green, sia funzionale che creativa, in un’ottica di impegno e assunzione di responsabilità, è una priorità essenziale per il 67,1% di questo nucleo generazionale, che fa uso di integratori alimentari per l’83,6%. Circa la metà (48,4%) crede nell’importanza di tradurre i principi della difesa dell’ambiente, dell’economia circolare, della sostenibilità sociale in azioni creativo-educative, con la richiesta di ritrovare basi scientifiche nei contenuti dell’informazione. Rispetto alla percezione e all’uso di integratori, questa visione sostenibile si concretizza nella volontà di “prevenire e mantenere il proprio benessere”, che tra le donne sfonda l’80% dei consensi, con declinazioni salutiste e rigenerative, in linea con l’economia circolare.
Per il futuro, gli italiani si aspettano che gli integratori siano ancora più strategici nella vita delle persone. In primo luogo, perché sono convinti che la ricerca scientifica metterà a disposizione nuove soluzioni per vivere più a lungo e in salute (60,5%) e perché saranno sempre più innovativi e utili al mantenimento dello stato di salute grazie al contributo della scienza (55,6%).
Per il 61,5% l’utilità degli integratori sarà massima soprattutto quando consigliati con più rigore, solo per specifiche occasioni o carenze. Guardando alla forma futura degli integratori, un italiano su due (52,7%) li preferirebbe in capsule, ma con un elemento di innovazione: un involucro biotech tale per cui si possano assumere senza acqua. Il 30,8% degli italiani li vorrebbe assumere liquidi, in fialette di materiale bio. Molto più staccati quelli che li preferirebbero in polvere, da spargere sul cibo come una spezia (9,7%) o in gocce (6,8%).