C’è un prima e c’è un dopo e mai come in questi anni. Dopo la più grande crisi sanitaria ed economica del secolo, che ha portato a una contrazione del PIL mondiale del 3,2% rispetto al 2019), in base alle stime di Fondo monetario internazionale e Banca mondiale, anche grazie anche agli interventi messi in atto dai diversi governi, nel 2021 il Pil globale dovrebbe mettere a segno un incremento su base annua del +6,0%. Una dinamica destinata a perdurare anche nel prossimo anno quando l’espansione economica si attesterà ad un ritmo complessivo del +4,9% a livello mondiale. Un rimbalzo eccezionale trainato dalla Cina, ma che riguarderà anche USA ed Europa.
Il tema dell’ambiente resta al centro del dibattito pubblico nei Paesi industrializzati, ma i dati del 2021 smentiscono la possibilità di una vera e propria inversione di tendenza. Secondo lo scenario per il 2025, realizzato dall’Agenzia internazionale dell’energia, grazie alla presenza di un piano di ripresa sostenibile, sarà possibile ridurre le emissioni soltanto del 3% nell’arco di 5 anni
L’Italia vive un momento positivo, ma gli italiani sono ancora cauti nello spendere
L’Italia sta vivendo una fase di riscatto: si sommano i buoni esiti della campagna vaccinale e una ripresa economica più rapida del previsto. IL 60% dei manager internazionali prevede per il prossimo triennio un futuro roseo per l’Italia in termini di attrattività, con il 48% che si dichiara pronto ad espandere le proprie attività nel nostro Paese. Il rinnovato clima di fiducia, anche interno, si tradurrà in una crescita del Pil tale da recuperare i livelli pre-Covid già nel corso del 2022. La ripresa sarà trainata dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti sia pubblici che privati, che beneficeranno anche delle risorse contenute nel Pnrr. Ma le famiglie si manterranno prudenti nelle loro spese in attesa di una ripresa dei consumi più graduale. Infatti i consumi tornano a crescere ma in modo più graduale rispetto agli investimenti: nel corso del 2020 il reddito disponibile delle famiglie aveva registrato una flessione tutto sommato contenuta, soprattutto se paragonata al calo ben più intenso registrato in termini di PIL (-2,6% anziché -8,9%), per effetto di tutte le misure di sostegno che il Governo ha emanato per tamponare l’emorragia economica causata dalla pandemia. Nonostante si prefiguri un pieno recupero del potere di acquisto già al termine del 2021 infatti, permane un atteggiamento di cautela da parte delle famiglie, che si concretizza in un tasso di risparmio in calo ma ancora superiore ai livelli pre-pandemia. I consumi delle famiglie aumenteranno circa di 4 punti percentuali sia nel 2021, che nel 2022, dovendo attendere la fine del 2023 per tornare su valori prossimi a quelli pre-Covid.
In un mercato del lavoro ancora incerto, le professioni alla ribalta: medici, infermieri e operatori sanitari
Diverse incertezze sono legate al mercato del lavoro che, con la ripresa economica riparte ma la strada verso i livelli occupazionali pre-pandemia è ancora lunga e sono cambiati gli equilibri e le caratteristiche della nuova occupazione. È concreto il rischio di una ripresa senza lavoro e di una ulteriore precarizzazione di molti lavoratori. Nel frattempo, si delinea un quadro delle professionalità più richieste. La quasi totalità del campione di executive intervistati concorda nel ritenere che la domanda per medici, infermieri ed operatori sanitari crescerà nel futuro. Allo stesso modo, l’81% del campione ritiene che crescerà la richiesta per specialisti in materie matematiche ed informatiche.
Ora ottimisti, ma gli italiani durante il Covid hanno sofferto di stress, ansia e depressione
E gli Italiani come stanno? Crisi di stress, ansia e insonnia, ma anche sbalzi di umore, depressione e disagi alimentari sono i principali disturbi che hanno colpito gran parte della popolazione italiana in maniera più o meno grave a prescindere dalla contrazione del Covid. Sono 10 i miliardi di euro che si calcola siano stati spesi in cure e trattamenti di sintomi sulla salute mentale causati dalla pandemia da Covid, con addirittura il 15% degli italiani che dichiara che potrebbe necessitare di un percorso psicoterapeutico o psicologico da qui ai prossimi 3/5 anni. In evidente aumento anche le vendite nel nostro Paese di farmaci ansiolitici, con un +4% nel passaggio dal 2019 al 2021.
Ma ora sembra prospettarsi una stagione di ottimismo. Gli italiani escono dalle “bolle” che li avevano tenuti al riparo dal contagio e dichiarano di avvertire una nuova gioia di vivere e una visione ottimistica del futuro. Hanno compreso le cose importanti dell’esistenza e manifestano maggiore soddisfazione per la loro quotidianità, meno rancore verso gli altri e una rinnovata fiducia verso il prossimo. Si dichiarano soddisfatti della vita che conducono, soprattutto nei rapporti con i familiari, della propria forma fisica (aspetto su cui gli italiani stanno investendo risorse ed energie) e della propria vita sessuale.
La ritrovata fiducia coinvolge colleghi, associazioni e anche le istituzioni. Scende rispetto al 2019 la quota di italiani che prova sentimenti di astio verso politici, sindacati, chiesa e banche
La nuova mappa dei valori e delle abitudini degli italiani: cura di sé e del prossimo, sostenibilità, hybrid work, slow living.
La diversità non spaventa più gli italiani, che scoprono rispetto per le minoranze, la solidarietà e l’inclusione sociale. Il Covid, per la maggior parte delle persone, è stata l’occasione per interrogarsi sulle cose veramente importanti della vita, sui miglioramenti possibili, sulle opportunità da cogliere, sui valori su cui riflettere. Su quale forma immaginare per il proprio nuovo futuro. Una riflessione che ha generato nuove mappe, nuovi comportamenti, nuovi valori e abitudini. Che coinvolgono il lavoro e la vita privata, la cura di sé e i rapporti con gli altri, l’impiego delle tecnologie e del tempo libero, la scelta della casa e della città in cui vivere. L’ “hybrid work” è la forma di occupazione su cui gli italiani sono più orientati, e poi ci sono la dimensione digitale che pervade le vite di quasi tutti, la mobilità green e lo slow living in una dimensione urbana a grandezza più umana. In questo presente-futuro fra gli elementi che gli executive ritengono destinati a restare in modo strutturale emerge con tutta evidenza il tema delle tecnologie digitali, che avranno un impatto significativo sostanzialmente in ogni ambito della vita degli italiani. In ambito educativo, per esempio, l’87% degli executive ritiene che aumenterà la digitalizzazione nelle scuole. Anche dal punto di vista lavorativo, il digitale sarà pervasivo, permettendo di ricorrere allo smart working in misura molto maggiore rispetto a prima della pandemia.
Digitalizzazione, ma anche prossimità
Accanto alla digitalizzazione, convive la prossimità, visto anche come un modo per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Secondo l’89% degli intervistati, infatti, da oggi al 2025 aumenterà la mobilità dolce, mentre per il 69% aumenterà la spesa in negozi di quartiere e di prossimità.
Dal punto di vista delle abitudini quotidiane, gli executive intervistati prevedono una crescente voglia di “outdoor”, con un aumento della pratica sportiva (77%) e della ristorazione fuori casa (48%). Tuttavia, quasi un executive su due indica che permarrà una resistenza nei confronti della partecipazione a grandi eventi live e concerti dal vivo, forse ancora a causa della paura di contagi.
La salute in cima alle priorità dei nostri connazionali, anche terminata l’emergenza
Oltre a fidarsi più del prossimo e delle istituzioni, per un intervistato su due, crescerà la fiducia degli italiani nella scienza, nonostante il grande dibattito sorto intorno al tema della vaccinazione e più in generale alla figura degli scienziati nel corso della pandemia. La salute resterà certamente un tema centrale anche una volta terminata l’emergenza sanitaria. Secondo l’87% del campione, gli italiani aumenteranno la cura del proprio benessere fisico e psicologico, un comportamento che sembra confermato dall’intenzione della larga maggioranza degli italiani (81%) di compiere visite di prevenzione nei prossimi 3-5 anni. Scienza e salute diventano centrali nel nuovo sistema di valori degli italiani.
Nei prossimi anni gli italiani presteranno maggiore attenzione alla salute e all’equilibrio psicologico con l’obiettivo di dedicare più tempo a sé stessi. Una cura di sé estremamente pratica e pragmatica. Incentrata sulla salute e sul benessere psicofisico, che non si traduce nella ricerca di una più marcata religiosità ma che amplia la fiducia riposta in scienziati e medici. Cura di sé, degli affetti e anche dell’ambiente. Il proposito di impegnarsi per il clima entra infatti nella mappa dei nuovi valori degli italiani. Trovano uno spazio minore nella nuova mappa valoriale degli italiani invece soldi e carriera, gli aspetti su cui si investirà meno.
I pet? Ormai irrinunciabili compagni di vita. Cucce piene, culle vuote.
Gli animali si confermano fedeli alleati dei nostri connazionali. Durante il lockdown del 2020 sono stati accolti molti nuovi amici a 4 zampe. Questa ricerca di nuovi affetti prosegue ancora e sembra trovare correlazione con l’oramai cronica denatalità del Paese e l’ulteriore rallentamento delle nascite imposto dalla pandemia. L’incertezza sanitaria e le difficoltà economiche hanno infatti determinato un nuovo inesorabile declino delle culle italiane. Più di 4 italiani su 10 hanno animali in casa, Il 63,4% di chi ha almeno un animale domestico spende da 31 a 100 euro al mese e il pet food del new normal è bio e sostenibile. Nei primi sei mesi del 2021 la spesa per i cuccioli di casa ha registrato un aumento del +5% rispetto all’anno precedente accanto a una contrazione del -6% dei prodotti per l’infanzia.
E-commerce, indietro non si torna
Esploso con il Covid, l’e-commerce è ormai stabilmente nelle vite degli italiani e continua la sua crescita. Rallenta la velocità rispetto alla eccezionale accelerazione indotta dalla pandemia nel 2020, ma sono sempre più numerosi gli italiani che scelgono l’online anche dopo che i vari punti di acquisto hanno riaperto le loro porte alla clientela. NEL 2020 gli acquisti online degli italiani hanno raggiunto i 32,4 miliardi di euro, con un balzo in avanti del +3% rispetto al 2019. La crescita è trainata dal comparto “beni” cresciuto del +45% (contro un -52% dei “servizi”) raggiungendo 25,9 miliardi di euro nel 2020. IL boom delle vendite di prodotti online è stato guidato soprattutto dai settori Informatica ed Elettronica di consumo (+1,9 miliardi di euro rispetto al 2019), Food&Grocery (+1,3 miliardi di euro) e Arredamento e Home Living (+1,1 miliardi di euro). Un trend positivo che è destinato a continuare a ritmi sostenuti, seppur con variazioni meno ampie di quelle dell’ultimo anno: le previsioni indicano un +18% a fine 2021 per gli acquisti di beni online, con un valore di 30,6 miliardi di euro.
IL 2021 vede il comparto dei servizi recuperare terreno con un +23% sul 2020 e un valore assoluto sugli 8 miliardi di euro. Complessivamente, dunque, si prevede che gli acquisti e-commerce B2C raggiungeranno il valore di 38,6 miliardi di euro nel 2021, con un’incidenza del 9% sul totale delle vendite retail. A crescere è soprattutto il valore medio degli acquisti online. Quest’ultimo è cresciuto del +17% nel secondo quadrimestre 2021 rispetto ai primi 4 mesi del 2020 portando l’Italia al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia, per valore medio degli ordini online, con uno scontrino (digitale) medio di 71,0 euro. I risultati del settore e-commerce sono guidati anche da un forte incremento della consumer base. È infatti in costante crescita il numero di italiani che decide di sperimentare per la prima volta lo shopping online e, anche tra gli stessi digital shoppers, aumentano il valore della spesa e la frequenza di acquisto sui canali online. Durante la pandemia ben 15 milioni gli italiani hanno aumentato gli acquisti online e non hanno intenzione di tornare indietro nei prossimi 3-5 anni. Nessuna ombra all’orizzonte, dunque, per il comparto e-commerce anche secondo il 98% degli Executive che, per i prossimi 3-5 anni, prevede un’ulteriore crescita del settore
La salute in cima alle intenzioni di spesa
Positivi nei confronti del futuro gli italiani ma ancora cauti nelle loro intenzioni di spesa per il 2022. Se la maggioranza delle famiglie immaginano di tornare già nel 2022 allo stesso livello di consumi del pre- pandemia, gli italiani che prevedono di spendere meno sono più del doppio di quanti invece progettano di poter aumentare i nuovi consumi. Sanità, utilities e prodotti alimentari i capitoli di spesa che recupereranno prima il livello pre-Covid. Per gli anni successivi invece le famiglie hanno progetti più ambiziosi: in testa viaggi, salute, casa, auto e tecnologi
Tra le voci di spesa gli italiani immaginano un recupero dei livelli precovid entro il 2022, In pole position la salute. A riprova delle intenzioni degli italiani di prendersi più cura di sé e del proprio benessere, aumentando anche la frequenza di controlli e visite di prevenzione.
Il carrello alimentare è sempre più green e gli italiani sono attenti alle etichette dei prodotti
La sensibilità del consumatore al tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica resta alta e si riflette anche nella composizione del carrello alimentare. Quelli green sono diventati attributi fondamentali per la value proposition di un numero crescente di aziende e prodotti. E sono sempre di più gli italiani che scelgono marche e insegne attente alla tutela dell’ambiente, della comunità e dei territori
L’etichetta ha ormai un ruolo cruciale nell’orientare gli acquisti alimentari degli italiani, sempre più consapevoli e interessati a conoscere a fondo tutte le caratteristiche di ciò che mettono nel carrello. Diverse le informazioni più ricercate davanti allo scaffale. Dopo aver controllato la data di scadenza (primo driver di scelta per il 43% dei consumatori), gli italiani leggono con attenzione le indicazioni sull’origine e la provenienza del prodotto (39%), sui valori nutrizionali (28%) e sul metodo di produzione (26%). Decisiva nella scelta dei prodotti da acquistare è poi la presenza di informazioni sulle modalità di riciclo del packaging (43%) e sull’impatto ambientale della confezione (21%).
Digitale, polarizzazione sociale, sostenibilità. La pandemia ha di molto accelerato l’evoluzione del retail, soprattutto di quello alimentare. L’irrompere delle nuove tecnologie digitali, la polarizzazione della domanda, l’affermazione di nuovi formati e il forte cambiamento dei comportamenti di acquisto impongono ai retailer un ripensamento profondo del modello d’offerta e delle opzioni di servizio offerte ai consumatore.