Farmacista versus Google: l’intervista a Monica Faganello, esperta di trasformazione digitale della farmacia

Farmacista versus Google: l’intervista a Monica Faganello, esperta di trasformazione digitale della farmacia

Le persone sono sempre più connesse e sempre più social: secondo i risultati del recente report “Digital 2023” di We Are Social, nel mondo 5,44 miliardi di persone usano telefoni cellulari, pari al 68% della popolazione.

Ci sono 5,16 miliardi utenti di Internet (il 64,4% della popolazione mondiale è ora online) e gli utenti dei social media sono 4,76 miliardi, pari a poco meno del 60% della popolazione. Il totale degli utenti dei social media è aumentato di quasi il 30% dall’inizio della pandemia: oltre un miliardo di nuovi utenti negli ultimi tre anni.

Abbiamo chiesto a Monica Faganello (nella foto), esperta digitale del mondo della farmacia, come e perché il farmacista e la farmacia devono essere presenti nel mondo digitale.

 

Quali opportunità offre il mondo online al farmacista e alla farmacia?

I numeri degli utenti in rete fanno capire che le persone sono online. Da altre ricerche è emerso che il 33% degli utenti navigano per trovare la soluzione ai loro problemi, anche di salute, e per identificare i prodotti adatti. Il 53% delle persone, davanti a un problema di salute, chiede un primo parere medico a… Google. La gente cerca online informazioni e prodotti per la salute fisica e mentale e per la prevenzione. D’altra parte, i dati dicono anche che il tempo medio di permanenza in farmacia è diminuito molto negli ultimi anni. Quindi il farmacista deve essere presente online perché è un luogo dove si ha la possibilità intercettare e di connettersi con le persone interessate a informazioni e contenuti divulgativi sulla salute. Il farmacista, se riesce a essere online in un modo coinvolgente e nuovo, può rimanere in contatto con i propri clienti, continuando virtualmente una relazione fisica, o creare nuove interazioni attraverso la rete.

 

Come può distinguersi un farmacista?

I collaboratori, per esempio, possono distinguersi nei canali digitali con una offerta di valore unica, legata a una specializzazione o competenza, per andare a parlare a un pubblico target. Il farmacista che si distingue in questo modo sui social è quello che viene chiamato “pharmainfluencer”: c’è chi si dedica alla dermocosmesi, chi alla fitoterapia,  o ancora alla nutrizione e alla integrazione sportiva, o infine chi accompagna i pazienti oncologici con consigli sulla gestione disturbi correlati alle terapie.

 

E su cosa può puntare una farmacia?

Sulla creazione specifica di valore, per esempio sull’offerta di servizi come Ecg o monitoraggio della salute o ancora galenica. Veicolando poi sui social queste proposte, si crea un vantaggio competitivo, per esempio offrendo la possibilità di effettuare una prenotazione dei servizi online, atterrando sul sito della farmacia. Ancora una volta si parte dai propri punti di forza, trasformandoli in un vantaggio perché si rappresenta la soluzione a un problema: quando un paziente ha un problema, diventa quella farmacia la soluzione, non una qualsiasi.

 

Quali sono i canali in cui il farmacista deve essere presente?

Per essere online si devono scegliere gli strumenti più idonei. Solitamente sono quattro: Google business profile, il sito web, i social media, l’email marketing. Cominciando dal primo strumento di marketing territoriale, gratuito, che permette anche di entrare in contatto con i clienti con un sistema di messaggistica, gestito attraverso la App di Google Maps. Un secondo strumento è il sito, che considero la seconda sede della farmacia nella strada più trafficata al mondo, cioè la rete. Attraverso il sito si possono gestire prenotazioni, newsletter; si può raccontare la propria storia, impostare una vetrina di prodotto o un e-commerce. Ma soprattutto il sito genera un data base che rimane di proprietà della farmacia: un tesoro di dati che possono essere sfruttati per l’email marketing mirato a determinati target, per esempio. Infine ci sono i canali social, da utilizzare per continuare una relazione, che di mese in mese, senza un contatto, perde valore.

 

Di quale formazione ha bisogno il farmacista per gestire la sua presenza digitale?

Prima della formazione specifica il farmacista deve crearsi una cultura digitale. È chiaro che non si può fare tutto da soli, si pensi per esempio al sito, ma conoscere le dinamiche della rete e quelle dei social. Il linguaggio specifico e i termini tecnici di questo mondo permettono al singolo di capire anche quali sono i proprio obiettivi e le proprie necessità, quando ci si confronta con professionisti digitali. E poi iniziare. Magari da cose semplici, perché, anche in questo settore, si impara facendo.

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