Farmacie, le strategie per essere efficaci sui social nell’intervista a Leyla Bicer, la farmacista-influencer con 42.000 follower

Farmacie, le strategie per essere efficaci sui social nell’intervista a Leyla Bicer, la farmacista-influencer con 42.000 follower

Ha trentasette anni, è una farmacista, una mamma di due gemelle e un’influencer con 42.000 follower. Si chiama Leyla Bicer (nella foto), su Instagram la_bicer, e da anni è un punto di riferimento per la sua community a cui dispensa consigli e approfondimenti legati al mondo della farmacia. PharmaRetail l’ha intervistata per sapere come è arrivata fino a qui, ma anche per capire quali sono le strategie giuste per le farmacie che vogliono essere efficaci sui social.

Partendo da un presupposto: nel mondo ci sono 7 miliardi di persone, gli utenti attivi sui social network sono 4,14 miliardi. Il numero degli utenti che usano i social network in Italia si attesta intorno ai 35 milioni (58% della popolazione). Alla luce di questi numeri, essere presenti sui social, anche per una farmacia, diventa sempre più importante

Racconta Bicer: «Cinque anni sono rimasta a casa in maternità, ho avuto due gemelline quindi si è trattato di una lunga maternità doppia. Ho iniziato a condividere i momenti della mia vita con le bambine e ad aggiungere consigli di puericultura, perché era la mia quotidianità, parlavo di ciucci, di lavaggi nasali, naturalmente con un approccio anche di tipo professionale. Le mamme mi chiedevano consigli, e io ho iniziato a creare momenti e rubriche per rispondere ai bisogni della mia community. Con il Covid mi sono ritrovata da subito in zona rossa perché la farmacia dove lavoro è vicina a Codogno. Sempre più persone hanno iniziato a seguirmi e io a quel punto ho cominciato a occuparmi anche di altri argomenti, non solo di puericultura. Le aziende vedendo che ero molto popolare hanno iniziato a contattarmi per fare influencer marketing sui prodotti. Ho detto moltissimi no: faccio infuencer marketing solo sui prodotti di cui mi fido, che ho testato personalmente e se lo ritengo davvero utile.

Ma i miei approfondimenti non riguardano solo prodotti: parlo di argomenti che sono utili alla mia community, recentemente mi sono occupata della differenza tra generico e originale o anche dell’utilizzo delle esenzioni, perché tra i miei follower vedevo che c’erano molte incertezze e domande. Prendo spunto dalla mia “vita da banco” e poi costruisco delle storie su argomenti di utilità. Ovviamente non tocco argomenti che hanno a che fare con il farmaco o problemi che sono di competenza del medico, mi comporto esattamente in farmacia, parlo di cosmetica o di nutraceutica, do consigli pratici e di utilità generale. Mi limito a dare consigli in scienza e coscienza che darei anche in farmacia.

Alcuni follower vengono in farmacia, ma mi seguono da tutta Italia. I social accorciano le distanze, fanno in modo che ci sia meno “distacco reverenziale” verso il camice. Spesso il camice in qualche modo fa fare alle persone un passo indietro invece attraverso i social le persone mettono da parte gli imbarazzi. Perché in farmacia il fatto di essere circondato da altri clienti limita la privacy, rende più difficile parlare di un problema. Le persone che dialogano con me one to one sui social si sentono coccolate e a loro agio. Tante volte mi scrivono: è sabato, la pediatra non è disponibile, la farmacia è chiusa, Bicer mi aiuti? Mi piace l’idea di essere disponibile».

Farmacisti: come imparare a “parlare” sui social alla propria comunità di riferimento

Che cosa può fare una farmacia per aumentare la propria interazione sui social? Risponde Bicer: «Prima di tutto bisogna esserci. E poi puntare su contenuti di valore: bisogna dare alle persone quello di cui hanno bisogno, stimolando l’interazione, e non quello che noi farmacisti vogliamo spingere.

Per una farmacia, ha senso utilizzare sia Facebook che Instagram, tenendo conto che hanno target diversi, su Facebook tendenzialmente ci sono le persone dai 50 in su, Instagram raccoglie un pubblico più giovane. E poi una farmacia dovrebbe anche avere un bel sito, sia che faccia e-commerce che non lo faccia, perché il sito è la nostra vetrina, il nostro “curriculum” online.

Su Instagram è fondamentale l’utilizzo delle stories, mentre i post possono essere più istituzionali, le stories devono far emergere il quotidiano, la personalità oltre il camice.

Un grande aiuto possono essere i post sponsorizzati su Facebook che costano poco e possono anche geolocalizzare il nostro pubblico: una farmacia può costruire contenuti indirizzati ai cittadini del proprio quartiere, o in base all’età. La “community” di riferimento di una farmacia è tendenzialmente quella che abita nella sua area geografica e alla farmacia non servono tanti follower ma devono essere ben localizzati».

Comunicare sui social aumenta la fiducia verso la propria farmacia

Conclude Bicer: «Il dialogo che avviene sui social one to one con il proprio farmacista è molto importante perché avviene lontano da orecchie indiscrete, in uno spazio privato. La pandemia ha aumentato la fiducia nel nostro ruolo e i social possono consolidarlo.

Gestire i social è un’attività su cui vale assolutamente la pena di investire ma che richiede molto tempo, perché se avviene in orario di apertura significa che devo togliere una persona dal banco, o se avviene in altri orari va comunque retribuita. Esistono anche i social media manager ma vanno scelti con cura perché la farmacia non è un negozio come un altro: è necessario affidarsi a qualcuno che conosca il nostro mondo».

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