Secondo il colosso bancario newyorkese Citi l’economia del metaverso potrebbe valere fino a 13 trilioni di dollari entro il 2030. Gli analisti hanno calcolato che il mercato di riferimento potrebbe rappresentare il 10% del prodotto interno lordo mondiale. Se molti si dichiarano ancora scettici, non altrettanto lo sono i grandi brand, soprattutto nei settori del gaming, del fashion e dei luxury goods, che si sono già aggiudicati il loro spazio nel metaverso
A marzo dopo Milano, Londra, Parigi, New York, ha debuttato la prima Metaverse fashion week, ovvero il primo contenitore di eventi fashion organizzati per il metaverso.
E la farmacia? Il 28 febbraio, il gigante farmaceutico CVS è stata la prima grande catena di farmacie a presentare domanda presso l’US Patent Trade Office per registrare il proprio logo e aprire un negozio dove proporre prodotti virtuali scaricabili che vanno dai farmaci su prescrizione ai prodotti di bellezza e per il personal care. Ma non solo: CVS aspira anche a trasferire nel suo ambiente virtuale servizi di cure mediche non di emergenza, programmi per il benessere, servizi di consulenza nutrizionale e stile di vita salutare. Noi di PharmaRetail ci siamo incuriositi e abbiamo voluto intervistare tre grandi player dell’online della farmacia, abituati dunque a stare “sulla frontiera” del canale, per capire se si stanno muovendo in questa direzione. Secondo Francesco Zaccariello (nella foto a destra), Managing Director di Atida Italia, si tratta di un investimento decisamente prematuro: «Noi come Atida al momento non stiamo ragionando in quest’ottica. Siamo costantemente aperti all’innovazione ma tutto quello che è V-Commerce (commercio virtuale n.d.r.) è ancora molto lontano dalla nostra quotidianità di consumatori. Questo non significa che non ci toccherà nei prossimi anni ma per ora per effettuare un acquisto c’è ancora bisogno dei visori che hanno una diffusione limitatissima, non sono oggetti con cui ci confrontiamo normalmente». Continua Zaccariello: «nel mondo della farmacia stiamo ancora approcciando l’omnicanalità e ci scontriamo con vincoli normativi importanti, come quello che riguarda la vendita online di farmaci con ricetta: abbiamo altro su cui concentrarci al momento. E i consumatori non sono ancora pronti: io personalmente sono un appassionato di realtà aumentata e da tre anni sono attento alle evoluzioni del V-Commerce. Insieme a Convert Group ho anche organizzato il primo evento di settore nella realtà aumentata, abbiamo parlato di vendite online del mercato farmaceutico nel metaverso. Eravamo nella realtà aumentata, tuttavia non parlavamo di realtà aumentata e questo è un chiaro segnale». Conclude Zaccariello: «Non ho dubbi che si tratti di un’esperienza d’acquisto interessante e stuzzicante per tutti gli addetti ai lavori e che rappresenti il futuro, ma bisogna anche ragionare sul nostro settore e non cercare di mostrarsi innovativi solo per impressionare i nostri stakeholder. Qual è il beneficio di entrare nel metaverso per una farmacia? Iniziamo a fare consulenza via chat o video, servizi su cui la farmacia è ancora indietro e procediamo per step. Al momento abbiamo altre priorità, noi come Atida stiamo sviluppando un percorso personalizzato per utente perché siamo convinti, ed è anche il nostro claim, che il futuro della salute sia sempre più personalizzato poiché ognuno di noi ha bisogni diversi».
Anche per Alberto Maglione (nella foto a destra), Vice Presidente Esecutivo di Farmaè e Direttore Generale di Valnan Communications, forse per la grande platea dei consumatori il metaverso non è ancora appetibile: «Ogni consumatore, ogni cliente, ogni persona ha esigenze condivise in larga scala che poi hanno le sue declinazioni di genere. L’interrogativo oggi è se il metaverso sia in grado di corrispondere alla scalabilità di quelle macro tendenze su grandi numeri oppure è più portato alla vicinanza e prossimità del consumatore moderno per alcune nicchie di mercato e di offerta».
Specifica Maglione: «Il nostro orientamento è sempre totalmente concentrato su quelle che sono le attitudini e le esigenze del consumatore. Abbiamo chiare le evoluzioni e le opportunità del metaverso ma è importante per noi collocarle in quelle che sono o possono essere le esigenze dirette ed immediate dei nostri clienti. È certo che c’è una chiave evolutiva su cui certamente dobbiamo fare profonde riflessioni finalizzate ad essere pronti con il nostro posizionamento sul metaverso quando il consumatore finale sarà pronto ad evidenziarne un reale ed effettivo beneficio nella sua quotidianità». Un percorso che presenta ostacoli e opportunità, conclude Maglione: «l’ostacolo è la prossimità e la facilità di connessione con numeri qualitativi e quantitativi che poi devono tradursi in effettive leve di posizionamento, non solo per il suo presupposto comunicativo ma anche commerciale. Le opportunità sono tutte quelle insite all’inclinazione propria tipico di quei nuovi media che hanno generato nuove connessioni e nuove opportunità di relazione tra le marche e i consumatori».
Vincenzo Masci (nella foto sotto a destra), Direttore Acquisti e Marketing, Gruppo Admenta Italia – LloydsFarmacia, si concentra sulle potenzialità del metaverso: «Lo sviluppo digitale a supporto dei nostri farmacisti e dei nostri clienti è una priorità strategica per LloydsFarmacia, per questo motivo siamo sempre molto attenti alle sue evoluzioni. CVS punta a creare nel metaverso un’esperienza unica ed interattiva con i clienti attraverso soprattutto lo sviluppo dei servizi, la possibilità di offrire consulenze mediche non di emergenza, piuttosto che nutrizionali o con uno psicologico, inerenti comunque il benessere delle persone, in ambienti di realtà virtuale e aumentata. È un ambito in cui molto abbiamo già fatto tramite la nostra App: lo psicologo e il farmacista on line e molto altro e stiamo anche noi pensando a come andare oltre, in una logica di continua evoluzione». Prosegue Masci: «il metaverso può offrire nuove soluzioni e permettere alla farmacia di essere sempre più presente nei canali digitali online, non solo come fornitore di prodotti, ma anche e soprattutto di servizi».
Anche se non si sa ancora tra quanti anni andremo in farmacia nel metaverso, la strada è segnata per Masci che conclude: «Il metaverso sarà molto probabilmente l’evoluzione dei social media, non è un caso che il fondatore di Facebook stia concentrando lì i suoi sforzi, e la farmacia dovrà essere presente, come lo è oggi sui social media, con i propri farmacisti, ma anche offrendo servizi con specialisti, per poter dare tutte le informazioni e le consulenze personalizzate che il clienti si aspettano di trovare in un ambiente più interattivo e di realtà virtuale aumentata. Non è un’evoluzione del negozio fisico o del farmacista, che rimarrà sempre un punto di riferimento per i pazienti/clienti, ma rappresenta appunto l’evoluzione dei canali digitali e per questo dobbiamo prestare grande attenzione. Bisognerà poi vedere lato regolatorio cosa sarà possibile fare, ma la strada è segnata.»