Superato il momento più acuto dell’emergenza sanitaria, produzione e consumi hanno rireso quota. Ma la situazione economica delle famiglie italiane non è tornata alla situazione pre-pandemia. Infatti, il 15,9% delle famiglie italiane ritiene che rispetto all’anno precedente la loro capacità di spesa si sia ridotta (quota quasi dimezzata rispetto ad aprile 2021 ma ancora molto superiore rispetto al quadriennio 2016-2020), circa un quarto delle famiglie dichiara una riduzione dei redditi (24,5%) e quasi 1 famiglia su 2 ha diminuito i risparmi.
Sono i dati che emergono dal rapporto “Outlook Italia – Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis e divulgato nell’ambito del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”.
Per quanto riguarda i consumi, oltre la metà delle famiglie che li limita (il 54,8%), lo fa a causa dell’aumento del costo dell’energia, per il timore di dover sopportare spese impreviste e per l’incertezza sul futuro (pandemia, guerra in Ucraina). Tuttavia, il 29,3 prevede di ristrutturare l’abitazione e il 21,8% di acquistare mobili e arredamento, autovetture (il 16,9%), biciclette (13%), casa (7,6%), moto o scooter (6,4%).
Guardando al futuro sono vari i fattori che preoccupano le famiglie italiane: al primo posto, per oltre un terzo delle famiglie, c’è la crisi energetica con il conseguente aumento delle bollette e dei carburanti che nel breve e medio termine ha effetti molto consistenti sulla capacità di spesa e di risparmio; segue (25,9%) il riscaldamento globale e i suoi effetti planetari, un problema che sta diventando sempre più urgente e che, anche se con impatti sul medio e lungo termine, denota come la consapevolezza dell’importanza delle tematiche ambientali si stia diffondendo tra la popolazione; la terza preoccupazione indicata dalle famiglie italiane (20,6%) è strettamente collegata alla prima e in generale alla situazione di incertezza generale ed è l’inflazione che è tornata a crescere significativamente dopo molti anni con valori vicini allo zero. Circa una famiglia su cinque ha infatti paura che la crescita dell’inflazione riesca ad erodere il potere di acquisto anche vista la tendenza generale di mancata crescita delle retribuzioni.