Prodotti, imprese, sostenibilità, consumatori, digitale, e-commerce, pandemia, filiera e informazioni, sono le parole che meglio descrivono gli ultimi dodici mesi, secondo l’analisi realizzata da GS1 Italy “Un anno di Tendenze” edizione 2022 che analizza l’anno precedente.
Dieci parole che rappresentano l’evoluzione di un paese alla ricerca di una nuova normalità, alla fine della pandemia da Covid-19, anche se gli scenari internazionali potranno influire pesantemente sulla situazione, sollecitandoci a nuove emergenze.
Digitalizzazione, visibilità della filiera e sostenibilità
La fase più acuta e drammatica della crisi sanitaria sembra conclusa, lasciando idee che da scelte obbligate si stanno dimostrando soluzioni vincenti anche nel cosiddetto “new normal”. «Un anno di Tendenze, anzitutto, conferma l’ulteriore accelerazione nel 2021 della transizione digitale e dimostra quanto il consumatore stia crescendo, acquisendo nuove consapevolezze: acquista con criteri sempre più stringenti, vuole sapere da dove arrivano i prodotti che mette nel carrello, quale strada hanno percorso, cosa c’è dentro e in che modo smaltire le confezioni», afferma Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy. «Le nuove esperienze di acquisto e questo nuovo bisogno di informazioni vanno assecondate e sostenute».
Cinque i focus analizzati. Il primo viene identificato come ‘mondo nuovo’: gli impatti negativi dell’emergenza si intrecciano con la spinta innescata dagli interventi di sostegno all’economia e la permanenza di modelli già sperimentati con l’imporsi delle nuove istanze, in primis le scelte per la sostenibilità e l’innovazione. In questo assetto alcune categorie di consumo sono privilegiate, altre risultano penalizzate. Per esempio le prime misure di distanziamento avevano avuto effetti sui rapporti economici e modificato la struttura della domanda in maniera differenziata, con alcuni settori che ne avevano beneficiato, come quello dell’elettronica, data la forte crescita degli acquisti di pc e tablet collegata alla didattica a distanza e allo smart working. Altri comparti hanno invece risentito profondamente e più a lungo degli effetti della pandemia: prevalentemente di attività dei servizi, della filiera del turismo e degli spettacoli, ma anche abbigliamento e calzature, dato il mutamento delle abitudini legato alla riduzione del tempo trascorso fuori casa. Da tenere in considerazione che molti cambiamenti negli stili di vita indotti dalla pandemia potrebbero non essere reversibili, come il commercio online o il lavoro da remoto. Questo comporta anche un cambiamento nella struttura della domanda: in alcuni settori il recupero della spesa sarà completo, in altri ci si porterà su livelli anche superiori rispetto ai valori pre crisi, ma in altri ancora potremmo osservare un recupero solo parziale, ovvero la crisi avrà portato a una riduzione strutturale dei livelli della domanda.
Un secondo focus è quello che guarda oltre l’emergenza: collaborazione, digitalizzazione e visibilità nella filiera, sostenute dall’impiego degli standard globali, sono elementi fondamentali per affrontare l’incertezza del futuro, traendo lezioni dalla pandemia e interpretando al meglio le nuove esigenze dei consumatori.
Un terzo argomento è quello del new retail: il cambiamento nelle abitudini di acquisto dei consumatori è uno degli effetti più evidenti della pandemia. Il retail ha dovuto prima confrontarsi con queste trasformazioni in piena emergenza, poi, avendo preso le misure, reagire. Nel riconsiderare nuovi modelli di business e di relazioni, lo sviluppo di una strategia omnicanale trainata dall’e-commerce è al primo posto nell’agenda di brand e retailer e l’innovazione digitale gioca un ruolo fondamentale nella riprogettazione dei punti vendita.
Il tema della sostenibilità è cresciuto nella coscienza delle persone e delle aziende. La sostenibilità richiede una visione sistemica e il coinvolgimento di tutta la catena del valore, nonché un impegno di lungo periodo basato sulla certezza dei dati e su logiche collaborative, per allontanare il greenwashing, le fake news e guadagnare la fiducia dei consumatori. È in aumento la sensibilità del consumatore verso i comportamenti etici delle aziende: è esigente, ma anche scettico sul greenwashing e vuole controllare, e soprattutto decide con i suoi acquisti e premia le etichette che raccontano dell’impegno dei brand nel miglioramento del loro impatto ambientale e sociale lungo tutta la filiera, con un particolare riguardo alla riciclabilità delle confezioni.
L’ultimo focus è quello del mondo connesso: in una società sempre più interconnessa, la nascita di ecosistemi aperti e l’integrazione delle applicazioni diventano una premessa essenziale per affrontare le sfide e per cambiare il modo di lavorare, di vivere la casa, di stabilire nuove relazioni tra le imprese, di interagire con i consumatori.