Confcommercio: spariscono le attività commerciali, aumentano alberghi e ristoranti (e anche farmacie)

Confcommercio: spariscono le attività commerciali, aumentano alberghi e ristoranti (e anche farmacie)

Negli ultimi 10 anni sono sparite quasi centomila attività di commercio al dettaglio e oltre quindicimila imprese di commercio ambulante. Soni i dati dell’analisi «Demografia d’impresa nelle città italiane» condotta dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

Crescono (ma non compensano le perdite delle attività del commercio al dettaglio) alberghi, bar e ristoranti e la presenza straniera nel commercio, sia come numero di imprese (+44mila), sia come occupati (+107mila), mentre si riducono le attività e gli occupati italiani (rispettivamente -138mila e -148mila).

«Complessivamente – sottolinea il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella – la doppia crisi pandemica ed energetica sembra avere enfatizzato i trend di riduzione della densità commerciale già presenti prima di tali shock. L’entità del fenomeno non può che destare preoccupazione».
Nelle città medio-grandi, la riduzione di attività commerciali e la crescita dell’offerta turistica risultano più accentuate nei centri storici rispetto al resto del comune, con il Sud caratterizzato da una maggiore vivacità commerciale rispetto al Centro-Nord. Cambia anche il tessuto commerciale all’interno dei centri storici con sempre meno negozi di beni tradizionali (libri e giocattoli -31,5%, mobili e ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie +12,6%, computer e telefonia +10,8%), attività di alloggio (+43,3%) e ristorazione (+4%).
Cresce il rischio di desertificazione commerciale delle città dove, negli ultimi 10 anni, la densità commerciale è passata da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti (un calo di quasi il 20%). “Per evitare gli effetti più gravi di questo fenomeno, per il commercio di prossimità non c’è altra strada che puntare su efficienza e produttività anche attraverso una maggiore innovazione e una ridefinizione dell’offerta” commenta Confcommercio: “E rimane fondamentale l’omnicanalità, cioè l’utilizzo anche del canale online che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passate da 16,6 nel 2015 a 48,1 miliardi nel 2022”.

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