Quest’anno è stata uno degli hashtag più popolari in rete, ma anche fuori dalla rete è un argomento caldo: parliamo di body positivity. Nato come movimento sociale per promuovere l’accettazione di tutti i tipi di corpo a prescindere da taglia, etnia, genere o abilità fisica, sta ridefinendo l’idea di bellezza: tutti i corpi sono validi, tutti i corpi sono degni di rispetto, tutti i corpi sono belli.
Le celebrity sempre più spesso postano nei loro profili foto non ritoccate: rughe, smagliature, cellulite, corpi curvy sono mostrati con orgoglio. Molti si ricorderanno della foto di Ashley Graham, modella plus size e paladina del body positive, che su Instagram ha messo in primo piano le smagliature della pancia: “Sembrano l’albero della vita”. Ambra Angiolini ha proposto un make up body positive: “Rughe gioiello…. mai uscire senza. Non coprire, brilla!”. Ma il web è pieno di immagini e messaggi di questo tipo. E i brand registrano la rivoluzione e la cavalcano: nelle campagne di moda e cosmetiche appaiono sempre più spesso fisicità “imperfette”, sorrisi non convenzionali, lontani dai canoni estetici che hanno regolato gli ultimi cinquant’anni.
Aveva fatto “scalpore” il brand Dove che nel 2004 lanciava la sua campagna pubblicitaria “Dove Campaign for Real Beauty” in cui per la prima volta comparivano donne con corpi non magrissimi e non ritoccati, e i manichini oversize introdotti dalla Nike nei suoi negozi nel 2019. Adesso è la normalità e basta navigare in rete per accorgersene.
A partire dal 1 luglio 2021 il social Pinterest vieta ogni tipo di annuncio che abbia immagini o frasi associate alla perdita di peso per fermare il body shaming e sostenere l’accettazione del corpo: in accordo con la National Eating Disorders Association (NEDA) tutte le pubblicità che fanno riferimento all’indice di massa corporea, che idealizzano o denigrano alcuni tipi di corpo sono bandite.
“I social network oggi sono una vera e propria agorà virtuale dove si dibattono e discutono i temi più sensibili della nostra attualità. Il cosiddetto “social change” e le battaglie di diversity e inclusion trovano terreno fertile proprio nel mondo dei like, share, reel e attraverso la voce più o meno autorevole di influencer e creator”. La società di ricerche di mercato Ipsos, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (ONIM) di cui è partner, ha realizzato un’indagine in Italia focalizzata sul tema della Body Positivity e il ruolo di influencer e creator i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni.
Solo in Italia nel 2021, il valore del mercato dell’influencer marketing ha raggiunto 270 milioni e gli influencer sempre più spesso lanciano messaggi di Body Positivity. Sono legittimati a farlo? Secondo l’80% del campione intervistato da Ipsos (che diventa 90% se si isolano solo gli individui appartenenti alla Gen Z) sì, ma a patto che lo facciano nel modo giusto: dimostrando autenticità e coerenza con il loro stile di vita. Pena la perdita di credibilità e la conseguente perdita di follower.
Sempre secondo la ricerca la genuinità dell’influencer si riverbera anche sulla immagine delle aziende che lo scelgono come ambassador: anche il brand deve risultare autentico nelle sue scelte evitando un approccio di Body washing. La scelta di un ambassador da parte di un‘azienda è delicata e strategica ma con o senza influencer e creator, nella narrazione i brand devono sostenere l’accettazione delle diversità, delle varie tipologie di corpo, spostando il focus dall’accettazione delle imperfezioni all’accettazione/inclusione di tutte le diversità e dell’unicità di ogni persona.
Che cosa ne pensano le farmaciste influencer? Se ne parla nelle community legate al mondo della farmacia? E che tipo di impatto ha la diffusione della cultura della body positivity?
«La farmacia è ancora indietro rispetto al fashion e alla cosmetica su questo terreno» commenta a PharmaRetail Leyla Bicer, su Instagram la_bicer, 45,4 mila follower al suo attivo (abbiamo raccontato di lei in questo articolo):«ma sicuramente il movimento ha avuto un impatto sul tipo di comunicazione e nei messaggi che vengono condivisi e veicolati anche nelle community del mondo farmacia».
Lafarmacistamamma, ovvero Vincenza Angelucci, 14,5mila follower su Instagram (che abbiamo da poco intervistato) ci conferma che il vento della body positivity spira anche nella sua community: «Ne parlo molto con le persone che mi seguono, soprattutto in relazione al post parto. Perché se è vero che la bellezza curvy è stata sdoganata grazie al movimento body positive, c’è ancora un po’ di resistenza al corpo che cambia dopo il parto. Vediamo intorno a noi attrici e influencer perfette subito dopo la nascita del bambino e tendiamo ancora a pensare di essere “sbagliate” se non dimagriamo subito. Io come farmacista, ma anche come mamma (ho ancora 10 chili in più e mia figlia ha quasi 2 anni!) incoraggio le donne e spiego che ci vuole tempo prima di ritrovare la propria forma. Le neo mamme mi chiedono molti consigli, anche rispetto agli integratori che si possono usare in allattamento. Molti non si possono usare e quindi il mio consiglio è di accettare una fase in cui il corpo è diverso, che bisogna averne cura ma dargli tempo. Ed è un messaggio che noi farmacisti/e possiamo diffondere per aiutare le donne».