L’Italia è fanalino di coda in Europa sia per tasso di fecondità (1,25 per donna, il più basso mai registrato) sia per tasso di occupazione femminile. Nel nostro Paese, su dieci lavoratori le donne sono solo 4. E se in base ai dati Istat nel corso del 2021 c’era stato qualche barlume di luce (dopo la forte diminuzione del 2020 determinata dalla pandemia, -3,1% rispetto al 2019, in media nel 2021 l’occupazione è tornata a crescere di 169 mila unità, +0,8% rispetto al 2020), all’’inizio del 2022, secondo uno studio condotto da Bankitalia, ministero del Lavoro e Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, la crescita dell’occupazione femminile si è quasi azzerata.
Il ministro per l’innovazione Vittorio Colao, durante l’ultima assemblea di Assolombarda, ha invitato gli imprenditori a combattere le discriminazioni di genere e hanno suscitato legittime proteste su giornali e social le parole della stilista Elisabetta Franchi che durante un convegno ha dichiarato: “Quando metti una donna in una carica importante, se è molto importante, poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta. da imprenditore responsabile della mia azienda spesso ho puntato su uomini Io oggi le donne le ho messe ma se sono “anta”.
In un contesto ancora così problematico per l’occupazione femminile, è prezioso l’impegno degli imprenditori del settore Pharma nel voler ridurre il gender gap: Giuseppe Mineo, CEO di Pharmap, azienda di Pharma delivery, aprendo le selezioni per inserire nel proprio team 15 risorse ha dichiarato: «Sin dall’inizio il nostro obiettivo è stato quello di costruire un’azienda incentrata sui valori della sostenibilità e dell’inclusività e in cui le donne fossero in numero almeno equivalente rispetto agli uomini e con ruoli di pari responsabilità. Crediamo infatti che un alto tasso di diversità – di genere, età, ma anche origine- apporti un ampliamento dei punti di vista, delle esperienze, delle opinioni e, quindi, si correli, non solo ad un maggior benessere aziendale, ma anche ad una maggiore produttività: le aziende che danno poco spazio alla valorizzazione “dell’altro”, che non promuovono nuove idee e modi di pensare non possono produrre innovazione reale e, di conseguenza, non sono destinate a sopravvivere in contesti come quelli attuali che mutano continuamente».
Pharmap, si legge nel comunicato stampa che annuncia la fase di apertura delle selezioni: “è una società che presta grande attenzione al bilancio di genere. Più del 50 per cento dei suoi dipendenti è donna, in un territorio, la Sicilia, in cui il tasso di occupazione femminile è fermo al 29,3 per cento. Inoltre, la presenza femminile in Pharmap è ben rappresentata anche nei ruoli di vertice: più della metà delle cariche manageriali sono in capo a donne, la cui età media è di 37 anni, per le quali l’azienda favorisce strumenti adeguati per permettere loro di progredire nella carriera senza rinunciare alla scelta della maternità.
«Quando apriamo una posizione in azienda, non pensiamo al genere di chi andrà a ricoprire quel ruolo, ma ci focalizziamo esclusivamente sulle competenze “hard” e “soft” che quella persona dovrà avere. A differenza di molte aziende che, purtroppo, considerano ancora oggi la maternità come un impedimento sul lavoro, in Pharmap crediamo, invece, che diventare genitori sia una palestra per le soft skills e abbia un impatto positivo sulla produttività. Non a caso le donne che ricoprono ruoli manageriali in azienda sono anche mamme e le loro capacità di problem solving, time management e multitasking sono davvero apprezzate e di stimolo per l’intero team», ha concluso Mineo.