New line Ricerche di Mercato e fablab, aziende leader nell’offerta di servizi e informazioni per le aree Sales&Marketing dell’industria farmaceutica, hanno avviato una partnership commerciale per il lancio di SORT600, un nuovo servizio per il calcolo dei potenziali di mercato territoriali basato sui distretti sanitari e dedicato alle aziende della primary care.
PharmaRetail ha intervistato Agostino Grignani (nella foto), presidente di New Line RDM, per capire quali sono le caratteristiche innovative del servizio e quali sono le esigenze di mercato a cui si propone di rispondere.
Da che cosa nasce l’idea di proporre un nuovo modello basato sui distretti sanitari?
Viviamo un periodo di grande trasformazione dell’assistenza territoriale, la conseguenza di questa evoluzione è che per calcolare il potenziale di mercato dei farmaci per le cure primarie, la “vecchia” geografia non è più adeguata. Da quasi trent’anni le aziende farmaceutiche hanno a disposizione dati dettagliati a livello di migliaia di microterritori. Ma in questi anni il numero di medici di medicina generale si è drasticamente ridotto: secondo gli ultimi dati disponibili al 31/12/2022, sono operativi 40.000 medici, ma la stima FNOMCeO calcola che, sulla base dei prossimi pensionamenti, a fine 2024 saranno operativi poco più di 35.000 medici.
Inoltre anche il numero di farmacie retail sul territorio è variato, passando dalle 16.000 di vent’anni fa alle 20.000 attuali. Aumentano le farmacie, diminuiscono i medici, ma soprattutto è cambiato radicalmente il modello di prescrizione sul territorio e la relazione medico-farmacia con l’introduzione della ricetta elettronica. Oggi il paziente sceglie la farmacia di fiducia o più comoda, nei pressi della propria abitazione o del proprio luogo di lavoro, e non quella più vicina al medico prescrittore come accadeva prima dell’introduzione della ricetta elettronica, a maggior ragione in caso di cronicità.
Alla luce di queste profonde trasformazioni, abbiamo ritenuto che fosse indispensabile un nuovo modello per leggere il potenziale di mercato e abbiamo individuato nei distretti sanitari la geografia più adeguata.
Con la riforma dell’assistenza territoriale disegnata dai provvedimenti del PNRR e del DM 77 si parla molto del Distretto Sanitario, ma appare ancora un concetto un po’ fumoso.
Non è così. Occorre distinguere nell’ambito dei vari provvedimenti collegati al DM 77/2022 che alcune innovazioni come le case di comunità e ospedali di comunità sono ancora in fase di costruzione, invece i distretti sanitari sono operativi già da molti anni per coordinare l’assistenza territoriale. Faccio un esempio: nel momento in cui un medico di medicina generale va in pensione e i pazienti restano senza assistenza, è la figura del direttore di distretto ad avere il coordinamento di questo passaggio. Un secondo ambito di azione, con differenze regionali, ha riguardato il presidio vaccinale: nella stragrande maggioranza era proprio in carico al direttore di distretto. Si tratta di esempi molto concreti che danno l’idea delle aree già operative del distretto.
Come funziona la vostra nuova piattaforma?
Abbiamo costruito un data base in cui possiamo attribuire i medici ai distretti di competenza e abbiamo mappato le farmacie nei distretti. I distretti sanitari oggi sono circa 600 con una popolazione media di 100.000 persone. Da qui siamo partiti anche per misurare i consumi per molecola e individuare il potenziale di domanda per varie patologie misurata dagli indicatori che legano i consumi alla popolazione. Siamo in grado di avere una stima per le molecole associate alle patologie delle persone in trattamento in un periodo dell’anno.
Per esempio, se consideriamo l’ipercolesterolemia a livello Italia noi misuriamo che nel corso dell’anno è trattato l’8% della popolazione. Se però andiamo a valutare questo indicatore a livello dei 600 distretti ci accorgiamo che ci sono ampie differenze che creano un range nei territori che va dal 5% al 15%. Una delle ragioni di queste differenze territoriali può essere spiegata dal fatto che alcune persone sono più orientate all’uso di integratori per abbassare il colesterolo.
Avendo a disposizione queste informazioni, le aziende della primary care possono decidere come intervenire, soprattutto nei distretti dove le percentuali di consumo dei farmaci per una data patologia sono più basse. Con SORT600 vogliamo portare l’industria farmaceutica ad utilizzare un nuovo standard e in quest’ottica è fondamentale capire le potenzialità di un dato distretto. Noi proponiamo l’indicatore: DDD/Ab die, già ampiamente usato nei report dell’Agenzia del farmaco, nonché da regioni ed ASL. Come noto, questo indicatore esprime, a livello geografico, la percentuale di popolazione esposta giornalmente all’utilizzo di una specifica molecola
A chi è indirizzato il nuovo servizio?
A tutte le aziende che si occupano di cure primarie. Con SORT600 offriamo un vero e proprio cambio di visione: un’analisi dei potenziali di vendita che non si basa più sulla vecchia geografia microterritoriale che è ormai fuorviante e rischia di condurre a decisioni sbagliate, ma su una geografia basata su territori delineati ed operativi nell’ambito del SSN.
L’industria potrà quindi avere anche un nuovo interlocutore: il direttore di distretto, col quale discutere le politiche del farmaco nell’ambito delle politiche sanitarie territoriali.
Per tutte le molecole in uso per le cure primarie e distribuiti nelle farmacie retail siamo già ora in grado di calcolare il potenziale di mercato nella nuova geografia dei distretti.
Avete in piano anche sviluppi del nuovo servizio?
Assolutamente, l’analisi di potenziale territoriale è la prima fase. Entro fine anno diventerà disponibile la possibilità di monitorare tutti i dati di sell out per tutte le referenze con obbligo di prescrizione.