Un fatturato di 354,2 milioni di euro nel 2021, in calo del 2,0% rispetto all’esercizio precedente ma con un utile lordo di € 2.103.500, pari al + 26% rispetto allo scorso anno, equivalente allo 0,59% dei ricavi totali.
Questi i numeri presentati da Marco Mariani, direttore generale di Farmacentro, società di distribuzione del Centro Italia che opera tra Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo e Lazio, ma che arriva anche in Veneto e Lombardia. Abbiamo chiesto a Mariani di commentare questi risultati per Pharmaretail.
Siete soddisfatti dei risultati ottenuti?
Si tratta della performance migliore nella storia della nostra cooperativa. L’azienda aveva perso 25 milioni di fatturato negli ultimi cinque anni ma da novembre a oggi ne ha riguadagnati 18,5. Il 2022 sta andando molto bene e abbiamo aumentato i volumi di 14,5 milioni alla data di oggi. L’utile è stato messo a riserva legale e a riserve indivisibili, aumentando il patrimonio netto, per rendere più solida la nostra azienda con l’obiettivo di affrontare con sicurezza i prossimi anni. Per farlo abbiamo lavorato a 360 gradi, ottenendo grandi risultati e tutti i Kpi sono positivi. Questo grazie a una serie di interventi diretti al contenimento dei costi e alla razionalizzazione della nostra azienda. Abbiamo ridotto il valore del magazzino di 5,6 milioni, aumentato la rotazione delle merci, ridotto di 1,4 milioni i crediti incagliati e di 11,6 milioni i debiti verso le banche. Inoltre, negli ultimi mesi dell’anno siamo diventati più competitivi verso i soci grazie ad una nuova politica commerciale figlia della riorganizzazione ed una struttura interna più efficiente basata sulla motivazione, la delega e la valorizzazione delle competenze. E la risposta non è mancata.
Avete superato con successo la sfida Covid, come state affrontando le problematiche economiche correlate alla crisi Ucraina?
In realtà la sfida contro il Covid la stiamo ancora combattendo, le continue ondate dei contagi ci fanno muovere in modo rapido e con grande flessibilità. In questi ultimi giorni, per esempio stiamo vedendo un incremento importante nelle vendite dei self test. Ci prepariamo ad un autunno impegnativo: ormai siamo in una endemia. Anche qui stiamo già lavorando con grande impegno e al contempo aumentiamo le scorte per non farci sorprendere dalle rotture di stock, certo la “sfera di cristallo” ci sarebbe di grande aiuto per non sbagliare.
Per quanto riguarda la crisi legata alla guerra in Ucraina, ci troviamo in momento di stagflazione che si traduce in una decrescita economica con un calo del Pil, un incremento della disoccupazione, una diminuzione degli utili aziendali, un calo dei consumi e la crescita dell’inflazione. Queste tendenze si uniscono al fenomeno dell’aumento dei prezzi delle commodity, alla scarsità delle materie prime e ai ritardi nelle consegne dei prodotti finiti: siamo davanti a una la tempesta perfetta. Sicuramente la sfida più grande per tutti i distributori intermedi del farmaco sarà quello di trovare una via per non rimanere strangolati dagli aumenti dei costi legati alla logistica quali l’incremento delle spese per carburante e l’energia elettrica.
Quali sono le sfide che vi attendono nel futuro?
Il primo obiettivo che ci poniamo è quello di proseguire nel secondo semestre del 2022, con lo stesso trend di crescita del primo. Vorremmo anche continuare a non addebitare alcun costo di consegna ai soci, a differenza di quanto fanno altri grossisti e questo sarà possibile solo se le farmacie proseguiranno a sostenerci come hanno fatto fino ad oggi. Questo è lo spirito di una vera cooperativa come la nostra. Poi vogliamo lavorare su una delega forte per avere un retail performante e garantire maggiori margini alle farmacie. Infine, stiamo investendo sull’omnicanalità, il digitale e il marketing di prossimità per portare sempre più persone nelle nostre farmacie.