Positivo l’incontro avvenuto a Roma tra Fofi, Federfarma e Assofarm e i rappresentanti del ministero della Salute, per discutere delle possibili criticità della prossima campagna vaccinale contro l’influenza. L’incontro è stato voluto dai rappresentanti delle sigle che riuniscono i farmacisti, a seguito dell’impossibilità, comunicata dalle aziende produttrici, di rifornire di vaccini le farmacie, che di norma dispensano circa un milione di dosi ogni anno. Questa possibile carenza è dovuta all’importante aumento delle richieste da parte delle Regioni, a seguito dell’ampliamento delle categorie a rischio.
Il ruolo della farmacia nella gestione del vaccino
Secondo gli esperti, il prossimo autunno, la vaccinazione antinfluenzale sarà fondamentale per agevolare la diagnosi di Covid-19 e gestire i casi sospetti. Per avere maggiore copertura, sarà importante vaccinare, oltre i soggetti a rischio, la maggior parte della popolazione attiva.
Per questo Federfarma, attraverso la capillare rete delle oltre 18.000 farmacie associate, offre la massima disponibilità a collaborare con le istituzioni per incrementare significativamente i livelli di copertura vaccinale. Le farmacie, attraverso Marco Cossolo presidente di Federfarma, si sono dichiarate «pronte a distribuire i vaccini messi a disposizione dal Ssn secondo termini e modalità da stabilire, anche per conto delle amministrazioni regionali che vorranno renderli disponibili».
Fofi, Federfarma e Assofarm nell’incontro del primo settembre hanno evidenziato la pericolosità di una situazione che, lasciando sprovvisto dei vaccini il canale delle farmacie, renderebbe oltremodo difficile il ricorso alla vaccinazione da parte delle persone che non rientrano nelle categorie a rischio e di coloro che intendono anticipare l’immunizzazione rispetto all’inizio della campagna, nonché l’acquisto dei vaccini stessi da parte delle aziende che offrono questa prestazione ai propri collaboratori. Resterebbe così esclusa una parte della popolazione che, trattandosi di persone in piena attività lavorativa, spesso a contatto con il pubblico, è strategico vaccinare, anche ai fini della limitazione della circolazione del virus.
Nell’incontro al Ministero è stata, infine, richiamata l’attenzione su un possibile intervento attivo del farmacista nell’esecuzione della vaccinazione antinfluenzale, che porrebbe l’Italia in linea con quanto avviene nella maggior parte dei principali Paesi europei. I rappresentanti del Ministero hanno preso atto di queste osservazioni e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite, impegnandosi a trovare, in tempi brevi, una soluzione che verrà condivisa con le organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana.
A conferma dell’opportunità di coinvolgere attivamente le farmacie nella prossima campagna antinfluenzale, Federfarma evidenzia che nel corso della campagna vaccinale 2019-2020 sono state dispensate dalle farmacie territoriali circa 800.000 dosi vaccinali. Per la campagna 2020-2021 si stima un incremento pari almeno al 50%, per un totale di oltre 1,2 milioni di vaccini.
«I vaccini normalmente acquistati da chi non appartiene alle categorie a rischio sono stimati in circa un milione di dosi. Abbiamo il forte timore che sulla disponibilità nel territorio dei vaccini contro l’influenza stagionale, possa crearsi una “tempesta perfetta” simile a quella generatasi per la questione delle mascherine», ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Fofi, prima dell’incontro del primo settembre. «La penalizzazione della distribuzione dei vaccini sul territorio, nelle farmacie, sarebbe gravissima perché renderebbe impossibile intercettare la parte di popolazione che non rientra nelle categoria a rischio, non può rivolgersi alle strutture del Ssn e provvede di norma privatamente anche in anticipo rispetto alla partenza della campagna»
Infine, secondo Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, Federazione italiana delle Farmacie Comunali, «la disponibilità del ministero della Salute a coinvolgere le farmacie nella prossima campagna vaccinale antinfluenzale è un’occasione unica, dobbiamo stimolare il governo a spingersi più avanti: come già accade in diversi altri Paesi nordeuropei, dalla Francia all’Olanda, anche in Italia i farmacisti potrebbero somministrare direttamente i vaccini ai cittadini. Parallelamente a ciò, le farmacie potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella somministrazione dei test sierologici a tutti i cittadini italiani. La nostra presenza capillare su tutto il territorio italiano potrebbe offrire una copertura rapida ed efficace dei test che, lo sappiamo, sono lo strumento più efficace per mappare i soggetti asintomatici».
A questo scopo, Federfarma insieme a Fofi e alla Fondazione Cannavò, patrocina e promuove i corsi offerti dall’Utifar per l’attestazione di Farmacista Vaccinatore, volti a fornire ai farmacisti le competenze per somministrare direttamente i vaccini ai cittadini. «In tale prospettiva», ha spiegato Cossolo, «Federfarma chiede l’adozione di un provvedimento legislativo che abiliti espressamente il farmacista a inoculare i vaccini, come del resto già avviene in molti Paesi dell’Unione Europea, anche nell’ottica di future campagne vaccinali anti-Covid. Peraltro, molte farmacie sono anche strutturate per consentire, presso i propri locali, la somministrazione del vaccino da parte di un infermiere».