Dopo le sperimentazioni avviate in alcune aree transalpine la vaccinazione in farmacia viene regolamentata da una normativa di recente pubblicata sul Journal officiel, equivalente della nostra Gazzetta Ufficiale, finalizzata a stabilire le condizioni entro le quali i farmacisti possono operare questa attività.
Lo scenario
Un recente sondaggio promosso dalla Federazione degli ordini francese e articolato su un ampio campione di farmacisti ha testimoniato l’interesse di questi ultimi a partecipare direttamente a campagne vaccinali, previa adeguata formazione, mentre la categoria non pare particolarmente propensa a intraprendere l’impervia strada dell’e-commerce. Di vaccinazioni in farmacia si sta parlando anche in Germania – anche se pare che al momento non ci siano grandi sviluppi – mentre sono già realtà in alcuni Stati Usa. Per ora in Italia non sono all’orizzonte ma è facile immaginare che, tra non molto, possa diventare un tema nel contesto della tanto discussa “farmacia dei servizi”.
Tornando alla Francia, il decreto pubblicato sul Journal elenca tutte le incombenze burocratiche cui deve fare fronte il titolare di farmacia per accedere a questo nuovo servizio e, successivamente, il farmacista che in prima persona vaccina i pazienti. Norme molto rigide che prevedono l’iscrizione a un registro regionale, la compilazione di appositi registri dopo aver effettuato la vaccinazione, anche per poter accedere all’onorario previsto per questa attività. Inoltre il farmacista deve condividere con il medico curante le informazioni inerenti il paziente attraverso l’aggiornamento del “Dossier médical partagé” o, in assenza di esso, tramite una mail certificata.
Al momento le autorità sanitarie francesi hanno limitato il servizio vaccinale in farmacia al contrasto delle influenze stagionali per persone facenti parte di categorie a rischio individuate dalle norme vigenti. Nessun allargamento del target vaccinale, dunque, come richiesto dalle rappresentanze di categoria.