Un avvicendamento nella continuità. E’ quello che il mese scorso ha visto Luca Collareta, presidente di Federfarma Trento, sostituire Paolo Zanini alla presidenza di Unifarm, una delle più importanti realtà della distribuzione intermedia tra quelle nate dai farmacisti. In sostanza cambia il timoniere ma non la rotta, che rimane quella di assicurare alla farmacia una presenza di sostanza anche in questo tratto della filiera. «L’idea guida di Unifarm» spiega Collareta «è quella di offrire ai farmacisti un cappello che da un lato consenta loro di perseguire logiche mirate a fare massa critica tra i due segmenti e dall’altro garantisca tale obiettivo preservando però le logiche e l’identità professionale. Tutti i titolari che condividono l’idea che oggi la farmacia deve assolutamente assicurarsi una leva di comando nella cabina della distribuzione all’ingrosso sono potenziali soci di Unifarm».
Quasi due anni fa l’acquisizione della sarda Cosafaca, ora la trattativa con l’Unione farmacisti liguri per un’altra operazione dello stesso genere. A che cosa mirate?
Non miriamo a espansioni di stile capitalistico, non ci muoviamo sul mercato per mangiare. Il principio rimane quello esposto sopra. Crediamo che la farmacia debba assicurarsi un posto di comando sul ponte della distribuzione intermedia e siamo pronti a fare sistema con tutte le sigle della farmacia che condividono la stessa idea.
E con le farmacie che accettano la fedeltà più assoluta…
E’ vero, ai nostri soci chiediamo innanzitutto di credere nella nostra progettualità e di essere particolarmente fedeli al gruppo, il che significa gestire con Unifarm almeno il 50% degli acquisti. Ma grazie alle condizioni che riusciamo a strappare ai nostri fornitori, non è un sacrificio insostenibile: a Bolzano, dove c’è lo zoccolo duro di Unifarm, arriviamo a livelli di fedeltà anche del 70-80%.
In Sardegna, quando completaste l’acquisizione di Cosafaca, se ne andò un centinaio di soci e per i maligni fu proprio a causa di tali condizioni…
Non sono d’accordo, chi lasciò lo fece per comprensibile diffidenza nei confronti del nuovo, ma poi nel tempo chi ha lasciato Cosafaca senza entrare in Unifarm è stato recuperato. Nei nove mesi successivi all’operazione abbiamo acquisito una settantina di nuovi soci e nello stesso periodo il tasso di fedeltà è salito dal 30 al 35,5%.
Progetti sul fronte dei servizi?
Oltre a disporre di una nuova piattaforma logistica, lanceremo a breve Unilife, un menù di servizi mirato ad accrescere volumi di vendita e marginatura. E’ un servizio non invasivo di supporto alle farmacie che organizzerà campagne prodotto con scontistica mirata, volantinaggi stagionali e corsi di formazione al personale».