Roma, 25 gennaio – La nota dolente, per chi considera i prodotti cosmetici troppo lontani dalla mission del farmacista e una complicazione che intralcia il lavoro. La soluzione ideale, per le donne che ricercano prodotti affini alla pelle e agli occhi sensibili, oppure più adatti ai disturbi della cute. Un business fiorente, quello del trucco in Farmacia, che è aumentato del 5,1% nell’ultimo anno, con il più alto tasso di innovazione nella categoria dopo i solari, attestano gli utlimi dati New Line Ricerche di Mercato.
Parliamo di make-up in farmacia
Diverso? Quanto diverso? Migliore? Più apprezzato dalle consumatrici? Dipende. Cominciamo con i difetti denunciati dalle donne nei forum, nelle chat, nei post e nei cinguettii: “cosa ne sa il farmacista di trucco?”, “mi sento a disagio nel provarli là”, “manca personale preparato e le nuance sono limitate” gli appunti più frequenti. Il professionista che dispensa farmaci è adatto a dare anche consigli prettamente estetici?
«Le cose stanno profondamente cambiando rispetto al passato» risponde Monica Candelli – external beauty trainer Pierre Fabre «Da diversi anni le aziende organizzano corsi di make-up per i farmacisti e per le addette di reparto. Con l’aiuto di truccatori professionisti si apprendono non solo le basi per un corretto make-up ma anche i segreti del camouflage. C’è infatti un forte interesse su come nascondere le imperfezioni dell’acne, la vitiligine, le discromie cutanee. Tutte situazioni che il farmacista si ritrova a gestire ormai quotidianamente. Uno dei punti di forza del farmacista è senz’altro la conoscenza delle formule e la possibilità di consigliare prodotti complementari a sostegno dei vari problemi cutanei e, quando serve, anche un trattamento nel centro estetico della stessa farmacia».
Sul fronte delle nuances c’è ancora molta strada da fare. Tanto per dare una idea: l’uscita recente della ‘capsule collection’ griffata Balmain per L’Oréal Paris contiene oltre 40 nuance di fondotinta adatte a tutte le pelli, dalle albine alle afro-americane, con grande spazio ai colori più estremi come rossetti blu, verdi, rossi e viola. Ribatte Candelli: «Solitamente tra le sfumature di colori presenti in farmacia si riesce a trovare quella più indicata all’incarnato o al tipo di pelle. Bisogna considerare però che alcune colorazioni contengono pigmenti potenzialmente allergizzanti e meno adatti al mercato più “sensibile” della farmacia e ciò può limitare l’offerta. La tendenza futura potrebbe essere quella di ampliarla, attirando così un target più ampio».
«Che le cose stiano cambiando e lo si vede dall’incremento delle marche di prodotti per il make-up nelle farmacie» sottolinea Stefano Fatelli, presidente del gruppo cosmetici in farmacia dell’associazione Cosmetica Italia «Da una indagine recente risulta che l’11 % delle italiane compra i propri trucchi in farmacia. Sempre più marche puntano a prodotti rigorosi sotto il profilo tossicologico e dermatologico, escludendo anche l’uso di alcuni ingredienti ritenuti meno affini alla pelle anche dalle stesse consumatrici, magari a scapito dell’offerta di palette colore più estese. Va ricordato che l’Italia, in particolare il polo industriale di Crema e Cremona, produce circa il 70% di tutto il maquillage mondiale. Siamo una eccellenza riconosciuta nel mondo. Ogni singolo prodotto è accompagnato da un dossier di registrazione e di sicurezza che include anche i test sulla conservazione e sulla tollerabilità anche oftalmologica qualora siano prodotti che vanno a contatto con gli occhi. Infine le valutazioni dell’efficacia».
Maggiore attenzione in farmacia
Quali differenze ci sono fra un rossetto venduto in farmacia ed uno venduto altrove lo precisa Carla Scesa, docente di cosmetologia alla Università degli Studi di Siena: «Sul fronte della purezza va detto che tutti i cosmetici devono essere commercializzati dopo essere stati sottoposti alle regole di sicurezza. Le case specializzate a vendere in farmacia però spesso scelgono di sottoporre i prodotti ad ulteriori verifiche e test, oltre a dimostrare maggiore attenzione verso il controllo della presenza di eventuali metalli pesanti, come il nichel, e contaminanti, oltre all’esclusione dei profumi o dei 26 composti profumati riconosciuti come potenzialmente capaci di scatenare allergie. In farmacia i cosmetici sono spesso corredati di test dermatologici e oftalmologici e sta crescendo il mercato dei prodotti per il camouflage, idoneo a coprire discromie pesanti come macchie, esisti cicatriziali, vitiligine. macchie, voglie».
Consigli per i farmacisti che vogliono puntare al trucco
Con il supporto delle aziende, il farmacista può proporre alla clientela interessata corsi di make-up per insegnare a truccarsi ma non solo, può offrire l’opportunità alle pazienti oncologiche tutorial ed esperienze di camouflage in farmacia.
Il farmacista può inoltre chiedere ai distributori di mostrare quali tipi di valutazioni e test sono stati fatti per singolo lotto e, qualora decida di installare un corner trucco in farmacia, dovrà ricordarsi di mantenere sempre puliti e disinfettati spugnette e pennelli per il trucco. Che la farmacia sia il luogo della salute le donne lo danno per scontato.