«Mio padre ha iniziato questa attività un po’ per gioco e un po’ per passione alla fine degli anni ’80» racconta a Pharmaretail Cristina Tosi, amministratore delegato di Pegaso, azienda attiva nell’area degli integratori alimentari, commentando la recente acquisizione dell’azienda da parte del gruppo multinazionale Schwabe, leader nel campo dei farmaci vegetali. «Sono orgogliosa di quello che nel tempo abbiamo creato e dell’interesse che una grande azienda come Schwabe ha dimostrato verso di noi, che siamo nati come una struttura famigliare ma che nel tempo siamo riusciti a costruirci un posizionamento importante nell’ambito dell’informazione medica». Marco Testa, direttore generale Schwabe Pharma Italia, ci offre il suo punto di vista: «Ci “siamo piaciuti subito”, è stato un matrimonio semplice. Acquisire Pegaso per noi significa guadagnare un’azienda che ha prodotti di qualità fabbricati sul territorio nazionale e di conseguenza trarre vantaggio da questa qualità. In Italia siamo molto bravi a fare integratori e l’export sta aumentando. Pegaso ha un’ottima reputazione e noi, pur essendo una grande azienda internazionale e avendo alle spalle anche l’acquisizione di Loacker Remedia, nel panorama italiano non siamo ancora così noti. Il mercato dell’integrazione alimentare è in grande sviluppo, in particolare in aree strategiche per noi, per esempio la gastroenterologia dove i probiotici sono molto presenti».
Prosegue Tosi: «In questo campo siamo stati un po’ dei pionieri. Facciamo informazione medica fin dagli anni ’90, quando abbiamo iniziato a produrre prodotti a marchio nostro e ci siamo rivolti ai medici e agli operatori della salute che avevano una visione olistica della medicina, in particolare nell’ambito della ginecologia. All’inizio abbiamo sviluppato prodotti a base di fitoestrogeni di soia per il controllo dei disturbi della menopausa, da lì è stato un percorso a crescere anche in altri settori».
Ma in un mercato in fase di sviluppo dove operano tante aziende, che cosa in particolare ha convinto Schwabe ad acquisire proprio Pegaso? «Naturalmente l’attenzione al mondo del naturale e l’immagine molto positiva di Pegaso sulla classe medica, una reputazione costruita in più di 25 anni sul mercato. E poi si tratta di un’azienda che si ispira a valori comuni, dal punto di vista della responsabilità sociale di impresa e delle risorse umane. Per farvi un esempio: in Schwabe i due terzi dei dipendenti sono donne e lo stesso è in Pegaso». «Schwabe nel processo di acquisizione ci ha garantito di mantenere la struttura del personale, che era uno degli aspetti che per noi erano molto importanti, perché ci sono persone che lavorano con noi da 20 anni» precisa Tosi.
Concluso il primo passaggio, adesso inizia la fase di armonizzazione delle due realtà: «Sono convinta che entrare in un gruppo così importante consentirà opportunità di crescita da tutti i punti di vista che con le nostre sole forze non sarebbero state possibili» commenta Tosi, che con la sorella è membro del gruppo di amministrazione di Schwabe. Conclude Testa: «Quando si mettono a fianco due strutture complesse è sempre una grande sfida. Manterremo entrambe le sedi, quella di Pegaso a pochi chilometri da Verona e la nostra, che sono posizionate solo a un’ora di distanza. E abbiamo in programma nuovi lanci, per quanto riguarda i farmaci vegetali, i dispositivi medici e naturalmente gli integratori, un mercato fortemente concorrenziale, ma siamo ottimisti».