Il farmacista non consideri il budget previsionale della propria impresa come un mero esercizio contabile o un azzardato tirare a indovinare. E’ invece un irrinunciabile documento di programmazione da redarre con scrupolo e consapevolezza. Questo il filo conduttore del seminario che dall’8 al 10 novembre ha raccolto a San Cerbone, in provincia di Lucca, una trentina di farmacisti provenienti da ogni parte d’Italia. Organizzato da Laboratorio Farmacia, il think tank diretto da Franco Falorni, commercialista e docente di economia d’impresa all’università di Pisa, il corso ha fornito le basi teoriche e pratiche per realizzare il budget 2014 della farmacia. Partendo ovviamente dalla definizione standard di tale strumento: «Il budget» ha detto Falorni nell’intervento che ha aperto il seminario «è saper prendere impegni, imprenditoriali e professionali».
Programmare è possibile soltanto se c’è consapevolezza e Carlo Buttini, di Ims Health, ha fornito qualche squarcio sul mercato della farmacia negli anni a venire: da qui al 2017 il farmaco etico crescerà in Europa tra il 3 e il 6% all’anno a valori, ma i singoli paesi viaggeranno a velocità molto diverse tra loro; l’Italia rimarrà tra lo 0 e il 3%, la Germania tra l’1 e il 4%, la Francia tra il -1 e il -2%. La farmacia italiana continuerà quindi a soffrire sull’etico, anche a causa della crescente incidenza di diretta e dpc. Nell’area commerciale, invece, si registra una sostanziale stabilità nei totali del mercato ma una spiccata dinamicità in segmenti come integratori e parafarmaco.
Per fare il budget, dunque, è prima importante sapere che cosa potrebbe riservarci il mercato nel nuovo anno. Ma conta anche avere un quadro chiaro e puntuale della condizione finanziaria presente della farmacia. «Per un buon budget dell’anno successivo» ha detto ancora Falorni «la base è sempre rappresentata dall’ultima dichiarazione dei redditi». Va quindi valutata la situazione patrimoniale corrente della farmacia, la sua capitalizzazione, la resa netta (se è sotto al 5% scatta l’allarme rosso) e la sua autonomia finanziaria (mai sotto il 10% del capitale investito). Ma fare il budget significa anche gestire oculatamente le risorse dell’impresa: «Il cash flow della farmacia» ha avvertito Falorni «non appartiene interamente al titolare. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha detto in un’intervista di non aver mai prelevato utili e flusso di cassa dalla sua azienda. I farmacisti devono fare lo stesso».
Una volta individuato il posizionamento finanziario della farmacia (magari secondo il grafico swot delle 4M), sarà possibile individuare gli obiettivi del prossimo anno e gli strumenti di controllo. Per quanto concerne i primi si può puntare a un incremento dei ricavi totali, a un miglioramento del margine lordo, all’ottimizzazione dei costi operativi o a quella di oneri e proventi finanziari. Tra gli strumenti di controllo, da mettere in campo nel corso dell’anno per verificare eventuali scostamenti rispetto al budget, ci sono il bilancio, il rendiconto finanziario, gli scadenzari e il gestionale. «Il budget» ha ricordato Andrea Barbuti, consulente d’impresa «è un insieme ordinato di atti di gestione individuato in via preventiva e finalizzato al conseguimento di un risultato. E’ un esercizio di programmazione, e la programmazione sta alla realtà come la previsione sta alla probabilità».