In un recente incontro tra le rappresentanze del mondo della farmacia e dei farmacisti e il Ministro della salute, si è convenuto sull’utilità di rendere disponibili in farmacia i test sierologici validati dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Comitato Tecnico-scientifico. Il Ministero della salute si è impegnato a predisporre un elenco dei test che potranno essere effettuati nelle farmacie, secondo modalità di svolgimento e di trasmissione dei dati da concordare con le autorità sanitarie.
Test rapidi quali opportunità
La possibilità di effettuare test sierologici in farmacia, al personale scolastico o ad altre categorie, in modo da potenziare l’attività di screening, è anche uno dei punti al centro di un Ordine del giorno di impegno al Governo, a firma di Andrea Mandelli, presidente Fofi e deputato, approvato dalla Camera in sede di conversione del cosiddetto Decreto Covid, insieme alla valutazione dell’opportunità di utilizzare le farmacie per la somministrazione dei vaccini.
A Verona, Gianmarco Padovani, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, nonché vice presidente di Federfarma Verona, chiede in un ordine del giorno che «in vista di una temuta recrudescenza del Covid-19, in contemporanea a fenomeni aggregativi come l’apertura dell’anno scolastico, le farmacie siano autorizzate a eseguire test rapidi di orientamento diagnostico in relazione al Coronavirus, affiancando così le strutture esistenti autorizzate. A tal fine va impegnato il Consiglio comunale per agevolare il più possibile questa offerta di aiuto da parte dei farmacisti».
Elena Vecchioni (nella foto), presidente di Federfarma Verona, a Pharmaretail ribadisce «la disponibilità di tutte le farmacie di Federfarma Verona a collaborare per l’esecuzione di test di screening e campagne di prevenzione, compresi quelli relativi ai test rapidi per il Covid-19» sottolineando però che «allo stato attuale, secondo la normativa vigente, le farmacie non possono eseguire tali test né venderle a privati cittadini».
A questo proposito la Società Italiana di medicina ambientale (Sima), in una nota ha invitato il governo a cambiare la norma, ovvero a «consentire la distribuzione dei test sierologici rapidi nelle farmacie, sia quelli già acquistati dalle Asl e destinati ai docenti, che non riescono ancora a essere eseguiti per una diffusa ostilità da parte dei medici di famiglia, sia liberalizzando la possibilità di acquisto informato per l’autodiagnosi come avviene per i glucometri». I test sierologici rapidi in autodiagnosi sono uno strumento fondamentale su cui puntare soprattutto per il comparto scuola, da distribuire liberamente in farmacia, secondo il presidente Alessandro Miani: «La rilevazione, infatti, è simile a quella della glicemia con pungidito effettuata da oltre 400 milioni di diabetici nel mondo».
Cosa si intende per test sierologico rapido? Secondo l’Associazione microbiologi clinici italiani, i test rapidi sono basati sul prelievo di sangue capillare mediante puntura al polpastrello, e si basano su dispositivi di semplice uso, che rilevano la presenza di IgG e di IgM. In genere sono test qualitativi, e la rilevazione viene effettuata o “a vista” o mediante la lettura di un segnale fluorescente mediante un lettore.
Per quanto riguarda le caratteristiche generali di performance e di semplicità di esecuzione, i test rapidi sono sicuramente semplici da usare, non richiedendo attrezzature specifiche né personale esperto, ma hanno caratteristiche di performance più scadenti rispetto ai test convenzionali: pertanto, il loro impiego non è sostitutivo di quello dei test convenzionali, ma è accettato – a condizione che chi è chiamato ad interpretarne i risultati sia ben conscio dei limiti della metodica – in talune condizioni particolari: nelle situazioni di difficoltà di effettuazione dei prelievi, nei casi in cui sia richiesta una risposta rapida e preliminare, quando non sia possibile effettuare il prelievo venoso e quando non sia possibile ricorrere a un laboratorio specializzato.
Rimangono, tuttavia, aperti – per criticità di valenza medico-legale – il capitolo della refertazione del risultato del test e delle azioni conseguenti a esiti di positività, se esso è effettuato “a vista” da persone non necessariamente identificabili quale personale sanitario oppure non afferenti a un laboratorio. Si segnala, inoltre, che il risultato positivo ottenuto con un test rapido dovrebbe essere confermato ripetendolo con un test convenzionale.