Tra le statine continuano a crescere le vendite di equivalenti nel mercato italiano. Dall’agosto 2013 al luglio 2014 il loro mercato – secondo i dati elaborati da New Line – ha fatto registrare un +11,7% a valore e un +10,9% a unità. In estrema sintesi il mercato delle statine risulta per il periodo di tempo indicato così ripartito (per unità): 20,3% branded ancora coperto con brevetto, 46,4% farmaci di marca a brevetto scaduto e 33,4% equivalenti.
Nella categoria, in particolare, guadagna posizioni l’atorvastatina, il cui originator ha visto scadere il proprio brevetto nel 2012. La molecola guadagna a valore il 9,8% e a unità il 16,3%, per una quota di mercato pari al 36%. Seguono a ruota la simvastatina (32,4%) e, a distanza, la rosuvastatina (18,1).
Conferma il trend Pia Policicchio, presidente della Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti (Fenagifar): «Quanto meno nella mia farmacia» specifica «atorvastatina e simvastatina sono state le prime molecole a essere richieste dai pazienti». «Nel caso specifico delle statine, lo switch dal branded all’equivalente non è mai stato un problema» aggiunge «anche se ovviamente ogni farmacia rappresenta un caso a sé: il generico è scelto in prevalenza da soggetti di livello culturale e sociale medio-alto e da quei pazienti che si fidano del consiglio del farmacista». «Il nostro compito specifico» esorta la presidente di Fenagifar «è quello di impegnarci affinché sia ben chiaro a tutti che non è il “nome” a fare l’efficacia del farmaco, bensì il suo profilo di sicurezza, qualità e tollerabilità e che dunque l’equivalente è un farmaco a tutti gli effetti».
Statine, gli “unbranded” si fanno strada
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