Smartphone e pagamenti, un terreno di conquista

Smartphone e pagamenti, un terreno di conquista

L’86 per cento dei passaggi di denaro nel mondo avviene ancora in contanti. Bancomat, carte di credito e i vari colossi del tech stanno studiando come far traghettare questa altissima percentuale sui loro sistemi di pagamento. La sfida è digitalizzare i consumatori usando lo smartphone come portafogli. Prova a inserirsi anche Pay Pal, sistema per i pagamenti on line. In Italia oggi la società copre il 25 per cento delle transazioni a fronte del 68 per cento di tutte le carte. Il suo salvadanaio in rete permette di fare shopping sul web senza esporre i dati della carta di credito o del conto. Ora Pay Pal punta all’ “assalto” dei negozi fisici, con l’acquisto della tecnologia Paydiant. Oltre a una piattaforma di pagamento, Paydiant offre agli esercenti servizi come assistenza clienti, punti lealtà o coupon. Si integra nella app fedeltà delle grandi catene, permettendo loro di mantenere il contatto con il cliente, e consente di pagare attraverso codici QR o numerici. La vittoria però non è semplice. In Italia Paydiant è arrivata a inizio anno. Per i piccoli negozianti sono però più attraenti soluzioni alla Square, il lettore di carte che trasforma lo smartphone in un Pos. Si parla di accordi in discussione con Visa. Una strada obbligata quella delle partnership, visto che PayPal ha lo svantaggio di non produrre dispositivi e sistemi operativi, molto importanti nel mondo fisico. È un territorio su cui carte, compagnie telefoniche, produttori di smartphone, banche e gli stessi retailer sono sia alleati sia concorrenti, per chi ottiene il margine più ampio sul pagamento e, risorsa anche più preziosa, i dati dei clienti.

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