Al Tavolo sulla Farmacia dei servizi che si è riunito recentemente a Roma, sono emersi importanti orientamenti e indicazioni. Per ciascuno dei servizi professionali e cognitivi erogati dal farmacista – dalle campagne di screening al supporto all’aderenza terapeutica – è stata evidenziata la necessità di mettere a punto metodologie e protocolli operativi atti a garantire la standardizzazione delle procedure, la misurabilità degli effetti prodotti in termini di efficacia, e quindi di salute, ma anche di governo della spesa. Si tratta di un passaggio indispensabile per determinare la remunerazione delle prestazioni stesse.
Protocolli standardizzati
Al Tavolo, istituito dal Ministero della salute, il cui scopo è definire concretamente l’operatività del nuovo modello di farmacia disegnato dalla Legge 69, anche ai fini della sperimentazione a livello regionale finanziata con 36 milioni di euro dalla Legge di Bilancio 2018, partecipano autorevoli rappresentanze tra cui quelle delle Regioni, di medici, infermieri e cittadini.
«Una volta conclusi i lavori e rilasciato il documento condiviso», ha spiegato a Farmacista33 Gianni Petrosillo, presente in rappresentanza di Federfarma, insieme al presidente Marco Cossolo, «ci saranno altre tappe: innanzitutto il Ministero della salute dovrà fare le sue valutazioni, in particolare per verificare se ci sono condizioni da approfondire ulteriormente o se sarà necessario attivare provvedimenti ulteriori per realizzare i contenuti. Il documento sarà poi inviato dal Ministero alle Regioni e da queste verrà adottato. Saranno poi le singole Regioni a far partire le sperimentazioni, con l’utilizzo del fondo stanziato e già ripartito, secondo il cronoprogramma definito».
L’adozione di protocolli standardizzati rende necessario prevedere un sistema di certificazione di qualità della farmacia, come avviene anche negli altri Paesi che hanno già implementato la pharmaceutical care nella farmacia di comunità. Questa è una condizione necessaria anche per conseguire una reale collaborazione interprofessionale tra gli attori del processo di cura sul territorio e per offrire ai cittadini un servizio omogeneo in tutto il paese. Si tratta di un cambiamento sostanziale per la rete delle farmacie. Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar e Sifo si impegnano a operare congiuntamente per compiere questo percorso.
«L’idea», ha concluso Petrosillo, «è di una certificazione di qualità rilasciata da un ente terzo. Si tratta cioè di certificare la farmacia che è in grado di mettere in atto procedure standardizzate. Le condizioni operative, la strumentazione, il luogo in cui avviene il servizio, il personale sono tutti elementi che dovranno essere valutati e certificati».