Fra ottobre e novembre del 2015 il mondo dei consumi alimentari è stato colpito da due fatti di ampia risonanza mediatica: la divulgazione dei risultati dello studio OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sugli effetti negativi per la salute delle carni lavorate (ma con accenni anche sulle carni rosse in genere e in secondo luogo la dichiarazione mendace di note marche sul proprio olio extravergine di oliva.
Soprattutto il primo fatto ha avuto un ampio lancio mediatico e si sono registrati immediatamente effetti negativi sulle vendite delle carni.
L’ Alimentare a contenuto proteico rappresenta circa il 38% della spesa per alimentari in Ipermercati e Supermercati.
Come ha reagito il consumatore a un anno distanza? Ha effettivamente operato una sostituzione nell’ambito delle proprie abitudini di consumo di alimenti proteici?
Il fenomeno della riduzione dei consumi di carne è in atto da alcuni anni, ma l’allarme OMS del novembre 2015 ne ha consolidato il trend.
Ad un anno di distanza le vendite di alimenti a contenuto proteico sono nel complesso stabili, ma cambia il mix. Calano le carni (fresche e lavorate), cresce soprattutto il pesce.
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati. Totale alimentari al naturale e elaborati/conservati venduti sia con confezioni a peso fisso che a peso variabile (takeaway o al banco). Volumi fisici, Var. % Anno Terminante Ottobre 2016 vs controcifra 2015. (*) volumi = spesa a valore a prezzi costanti
Come illustrato dal grafico a seguire si nota che ad un anno distanza dall’allarme lanciato dall’OMS le vendite di Carni perdono oltre 1 punto di quota nella spesa per alimenti a contenuto proteico.
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati. Totale alimentari al naturale e elaborati/conservati venduti sia con confezioni a peso fisso che a peso variabile (takeaway o al banco). Quota a valore ad anno terminante Ottobre 2016 e variazione punti quota su controcifra 2015
Circa 1,3 punti di quota di spesa per alimenti a base di carni viene sostituito con l’acquisto di pesce.
Si nota inoltre un leggero aumento dei sostitutivi proteici a base vegetale.
Il comparto delle carni è stato penalizzato diffusamente. Tiene comunque la vendita di carni bianche.
Fonte: IRI. Ipermercati, Supermercati. Totale carni al naturale e elaborate/conservate vendute sia con confezioni a peso fisso che a peso variabile (takeaway o al banco). Volumi fisici, Var. % Anno Terminante Ottobre 2016 vs controcifra 2015.
I Würstel e la Carne in Scatola sono le categorie più penalizzate, un effetto enfatizzato dall’estate più fresca che ne ha influenzato negativamente la domanda. Infatti sono le referenze con un maggior percepito di lavorazione industriale a subire soprattutto il trend negativo della domanda.
Infine è opportuno notare che le vendite di Carni Bianche non coprono comunque le perdite delle altre tipologie di questi prodotti.