Dalla recente indagine di Eurispes, realizzata in occasione dell’8 marzo, emerge un profilo delle donne che da un certo punto di vista non sorprende, le donne hanno sempre rappresentato un elemento di ancoraggio per la società e la loro propensione al consumo ha sempre guidato gli acquisti negli ultimi decenni. Ma qualcosa sta cambiando ed è interessante capire in quale direzione. Vediamo nel dettaglio.
Cosa è cambiato?
Le donne oggi sono moderne, tecnologiche, connesse alla Rete e appassionate di social, attente al proprio aspetto fisico e sempre più propense a inseguire la bellezza anche a costo di ricorrere al bisturi ma soprattutto disposte a spendere di più sia per beni di prima necessità e spese mediche sia per soddisfare bisogni diversi.
I consumi alimentari delle donne
La composizione della spesa, soprattutto al Nord-Ovest e Isole, vede al primo posto i prodotti alimentari e, in particolar modo, quelli di alta qualità ai quali non sono disposte a rinunciare.
La salute
In controtendenza rispetto agli anni passati, le donne hanno speso di più per la salute, con una percentuale più alta tra le over 45.
Il tempo libero e l’abbigliamento
Soprattutto per le più giovani, sono state più rilevanti rispetto agli scorsi anni le spese per mangiare fuori, viaggiare e andare in vacanza e una su quattro ha speso di più per l’outfit.
La bellezza
La cura di sé, intesa come estetista, parrucchiere, profumeria, è una delle spese in crescita per oltre un quarto delle donne intervistate.
Molto interessante un fenomeno emergente che riguarda il crescente ricorso a interventi plastici e a trattamenti estetici non chirurgici, soprattutto da parte delle più giovani. Le motivazioni sono da attribuire all’insoddisfazione per il proprio aspetto, la volontà di correggere un difetto o la determinazione a ridurre i segni dell’età.
I pet
Le donne considerano sempre di più i pet come parte della famiglia e una su cinque ha incrementato la spesa per la loro cura.
I bambini
Ad esclusione delle donne con partita IVA, oltre tre donne su dieci hanno scelto di spendere di più per l’istruzione privata scolastica e universitaria dei figli, mentre solo il 15% ha aumentato il budget per le baby sitter.
Fonte: Rapporto Eurispes 2018