Il discorso di Mario Draghi al Senato in cui il neopresidente del Consiglio ha illustrato il suo programma di governo, ha messo in luce come tra le priorità ci sia la necessità di «aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità». Sui due punti fondamentali – la campagna vaccinale prima e una sanità più territoriale poi – le farmacie hanno ribadito il loro impegno e confermato la loro disponibilità.
Farmacia dei servizi e punti vaccinali
«Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale», ha spiegato Draghi, «realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata». Mentre sulla campagna vaccinale Draghi ha espresso il bisogno di «mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla Protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private».
Secondo la Federazione degli ordini dei farmacisti il neo premier ha giustamente posto l’accento sulla necessità di accelerare la campagna di vaccinazione anti Covid. «È una visione che condividiamo, e ribadiamo al presidente che i 60.000 farmacisti che esercitano nelle oltre 19.000 farmacie sono da subito a disposizione», ha sottolineato Andrea Mandelli, presidente della Fofi. «La rete delle farmacie italiane rappresenta una infrastruttura con una straordinaria capillarità sul territorio, già pronta e operativa perché ha al suo interno le professionalità necessarie, come stabilito dalla legge di Bilancio di quest’anno, per somministrare in sicurezza le vaccinazioni anti Covid alla popolazione generale». In merito alla proposta di una riforma della sanità centrata sull’assistenza territoriale, Mandelli ha aggiunto che «la farmacia dei servizi rappresenta già oggi un’esperienza assolutamente in linea con questa impostazione. Con i servizi assistenziali e sanitari erogati al suo interno ma anche al domicilio del paziente, questo presidio sanitario polifunzionale costituisce infatti un pilastro fondamentale di quella “casa come luogo principale di cura” indicata da Draghi come prospettiva futura di una sanità moderna, efficace e vicina al cittadino».
Anche da parte di Federfarma è stata ribadita la «disponibilità a collaborare per fronteggiare al meglio l’emergenza Covid-19, anzitutto partecipando attivamente alla campagna vaccinale, sul modello di quanto già praticato nel Regno Unito». Infatti, come previsto dalla legge di Bilancio 2021, nelle 19.500 farmacie possono essere somministrati vaccini sotto la supervisione di un medico. In questo modo si potrà ampliare enormemente il numero di punti di vaccinazione, accelerando i tempi della campagna e facilitando i cittadini. Inoltre per quanto riguarda il decentramento della sanità, «i capillari servizi assicurati dalle farmacie per la presa in carico dei pazienti cronici e per il monitoraggio dell’aderenza alla terapia, così come quelli relativi alla telemedicina, fanno sì che le farmacie stesse possano ancor più rivestire il ruolo di primi presidi sanitari territoriali, riconducibili a una platea di tremila abitanti, ponendosi dunque come ideale raccordo tra le strutture del Servizio sanitario nazionale e le esigenze di salute della popolazione».