Forte di oltre 200 referenze e presente in circa ottomila farmacie, il marchio Profar di Federfarma.Co chiuderà il 2015 con un giro d’affari vicino ai 10 milioni di euro e una crescita di circa il 25% sull’anno passato. Questo il bilancio tracciato dalla società delle cooperative a Chia, in provincia di Cagliari, in occasione della seconda Convention Federfarma Servizi-Federfarma.Co: la performance della private label, in particolare, è trainata dalla medicazione, dagli elettromedicali e dagli integratori, che registrano incrementi medi del 50% rispetto al 2014, ma anche da segmenti di prodotto di nicchia e di recente ingresso come l’antipediculosi, gli antizanzare e la cura dei capelli, che raddoppiano il giro d’affari rispetto allo scorso anno.
«Profar sta crescendo molto bene» conferma a Pharmaretail Massimo Massa, direttore generale di Federfarma.Co «a parte il balzo in avanti sull’anno precedente consideriamo importante avere raccolto uno zoccolo duro di farmacie fedeli, circa 500, nelle quali le nostre quote di mercato risultano da quattro a cinque volte superiori alla media globale. Questo ci induce a pensare che la private label possa puntare a quote di mercato anche di 20-30 milioni di euro, proprio perché c’è un’alta rotazione in un numero importante di farmacie».
Per quanto concerne l’anno a venire, dunque, i progetti sono quelli di proseguire sulla strada già imboccata: «Continueremo a investire in comunicazione» prosegue Massa «quest’anno siamo su Canale 5, Italia 1 e Rete 4 con una serie di spot e nel 2016 ci ritorneremo. E continueremo a incontrare i titolari di farmacia per dire quanto conviene trattare la loro marca privata». In programma anche qualche allargamento di gamma, ma il focus resta sulla penetrazione di mercato. «Attualmente abbiamo 250 referenze» conferma Massa «nel 2016 saliremo a circa 300 ma i nostri sforzi restano concentrati prioritariamente sull’allargamento distributivo. Da intendere non tanto come numero di farmacie raggiunte, perché le 8mila che oggi approvvigioniamo sono già un ben numero, quanto piuttosto come rafforzamento della nostra quota di mercato. Per raggiiungere l’obiettivo contiamo di lavorare sui farmacisti, attraverso le loro cooperative della distribuzione ma anche direttamente con gli stessi titolari, per spiegare loro quali sono i vantaggi di una private label della farmacia».