«Due bambini su dieci in Italia sono in sovrappeso e uno su dieci è obeso, con una tendenza crescente dal Nord al Sud. La fascia di età più colpita è quella dai sei anni in su».
Questo l’allarme lanciato da Lisa Mariotti, nutrizionista pediatrica del dipartimento di Medicina dell’Infanzia e dell’Età Evolutiva Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, nonché referente della Società Italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). Secondo l’esperta «ad allarmare di più è il fatto che il 50% dei bambini e degli adolescenti obesi sarà così anche in età adulta».
Il tema di una corretta alimentazione, quindi, è di grande attualità e di interesse anche per la prevenzione di patologie croniche. Vediamo come in questo ambito il farmacista e la farmacia possono offrire un aiuto.
Il tema di una corretta alimentazione, quindi, è di grande attualità e di interesse anche per la prevenzione di patologie croniche. Vediamo come in questo ambito il farmacista e la farmacia possono offrire un aiuto.
Il consiglio sui corretti stili di vita
Uno stile di vita adeguato permette di evitare le patologie che negli ultimi anni hanno avuto un picco di diffusione esponenziale, a partire dalla sindrome metabolica, ai danni cardiovascolari da colesterolo in eccesso nel sangue, ai disturbi di gastrite e stitichezza cronici, fino a fastidiosi disturbi recidivanti come cistite, micosi, eczemi. È in questo ambito di prevenzione che il farmacista può assumere un ruolo attivo. I disturbi causati dal sovrappeso e da una nutrizione scorretta sono già presenti nei bambini obesi: «Un bambino su venti ha dei livelli alti di glicemia con una sindrome prediabete. Il 30% ha livelli alti di colesterolo e trigliceridi, quindi è esposto alla sindrome metabolica e anche a un’incidenza di arteriosclerosi», sottolinea Mariotti. «Sempre il 30% dei bambini obesi ha un primo danno a livello epatico con il fegato ingrossato. Il 10% mostra già dei lievi livelli di ipertensione arteriosa. Inoltre, i rischi per questi bambini sono: complicanze gastrointestinali, respiratorie, ortopediche e psicosociali».
Oltre al consiglio di approfondire eventuali situazioni che vengono rilevate per esempio in caso di autoanalisi in farmacia di glicemia e colesterolo, il farmacista che volesse offrire il servizio di nutrizionista in farmacia deve rispettare le norme sull’erogazione di diete.
Per esempio, la presenza del biologo in farmacia è ammessa anche perché non sono “sanitari prescrittori”, prerogativa riservata esclusivamente a medici, veterinari e odontoiatri. In un articolo recente Farmacista33 riporta che «la Delibera del Consiglio dell’Ordine nazionale dei biologi (Onb) n. 433 del 26 settembre 2019 al punto n. 7 nega la possibilità del biologo di proporre diete online e invita a incontrare il cliente personalmente e frontalmente in ambienti idonei. Quindi, sempre secondo l’Onb, sarebbe esclusa la possibilità di utilizzare la telemedicina per l’elaborazione di diete, a partire da una analisi impedenziometrica in farmacia. L’Onb invece consente ai propri iscritti di operare nelle farmacie, ma in aree opportune».
Secondo quanto riportato da Pierluigi Pompei (nella foto), presidente Afen (Associazione farmacisti esperti in nutrizione), in una comunicazione diretta a Farmacista33, «decisamente paradossale è la posizione riservata ai farmacisti e in particolare ai farmacisti-nutrizionisti, cioè quei farmacisti che hanno acquisito specifiche competenze universitarie nel settore della nutrizione umana (master, perfezionamenti e specializzazioni). Ai farmacisti viene attribuita la competenza in questa materia così da poter erogare una consulenza come prestazione libero-professionale, in spazi appositamente adibiti all’interno della farmacia ovvero anche in uno studio al di fuori della stessa, tanto da poter chiedere un onorario come corrispettivo dell’attività svolta; si pensi, per esempio, ai settori della nutraceutica, dei prodotti destinati a una alimentazione particolare e degli integratori, nonché della fitoterapia, ovvero ancora del benessere e dei corretti stili di vita (commento ufficiale Fofi art. 15 del Codice Deontologico)», conclude la nota. «Allora da farmacisti esperti in nutrizione ci si chiede, perché affidare la stesura di un protocollo alimentare a una figura terza quando noi stessi siamo possessori di competenze anche più ampie di un “semplice” biologo? Purtroppo, il nostro intervento nell’elaborazione di piani nutrizionali risulta controverso e ad oggi oggetto di numerosi contenziosi, nonostante i percorsi di studio universitari e post-universitari siano garanzia di preparazione, non solo nel settore specifico della nutrizione umana».