Sta facendo discutere, negli Usa e non solo, l’intesa da 160 miliardi di dollari con cui Pfizer e Allergan daranno vita a un colosso con più di 110.000 dipendenti in tutto il mondo. La stampa statunitense, in particolare, ha fatto più volte notare come l’accordo «sia strutturato come un reverse merger», con l’azienda più piccola, Allergan (con base a Dublino), che compra l’americana Pfizer. Un’intesa che, si legge sul Washington Post, rinnoverà le preoccupazioni in Usa sulle “inversioni” attraverso le quali compagnie a stelle e strisce vengono acquisite o si fondono con ditte straniere per espatriare e ridurre il peso delle tasse. Pochi giorni fa, ricorda il quotidiano, il Dipartimento del Tesoro americano aveva annunciato nuove regole per scoraggiare questo tipo di accordi.
Il governo americano, rileva dal canto suo il New York Times, ha già perso «miliardi di dollari in entrate fiscali proprio a causa di queste ‘inversioni’, in particolare in anni recenti». E se le regole del gioco potrebbero cambiare, in un incontro con gli analisti il Ceo di Pfizer, Ian Read, ha fatto sapere che l’azienda ha tenuto conto delle possibili novità, decidendo comunque di andare avanti. «Siamo arrivati a questo accordo guardando alle regole attuali, alle ultime notizie e a tutte le informazioni che potevamo raccogliere» ha detto Read, convinto che «questo sia un grande accordo per gli azionisti, sia di Allergan sia di Pfizer».
L’accordo tra il colosso Usa che ha dato i natali al Viagra e l’azienda irlandese produttrice del Botox prevede la chiusura della transazione entro la fine del 2016. Gli azionisti di Allergan riceveranno 11,3 azioni della nuova società per ogni titolo detenuto, quelli di Pfizer una per ogni azione. Gli addetti ai lavori prevedono che la nuova società avrà sede legale in Irlanda, dove si troveranno anche i principali uffici esecutivi, mentre il quartier generale operativo sarà a New York.
Pfizer e Allergan, matrimonio con un occhio al fisco
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