Petcare, qualità e servizio muovono le vendite

Petcare, qualità e servizio muovono le vendite

Si gioca su qualità e servizio la competizione tra canali di vendita nel dinamico segmento della veterinaria/petcare, terreno di confronto sempre più aspro tra gdo e negozi tradizionali dove la farmacia deve ancora esprimere le sue potenzialità. I numeri parlano di un mercato destinato a diventare nel tempo sempre più interessante: in Italia gli animali domestici superano ormai i 60 milioni, per un rapporto con gli “umani” di quasi 1:1. Cani e gatti, in particolare, superano i 14 milioni e il 50% delle famiglie ne possiede uno; fatti due conti, significa che nel bacino di utenza di ogni farmacia risiedono in mdia più di 600 famiglie con un “pet” in casa.


I proprietari di animali domestici, inoltre, mostrano motivazioni estremamente forti: il 96% dei proprietari di cane o gatto si dichiara molto attento alla salute del proprio animale e tale sensibilità si riflette sulle scelte di acquisto. Per gli esperti, in particolare,  l’incremento dei fatturati registrato dal segmento petcare negli ultimi anni è stato determinato da due distinte tendenze: da un lato, la crescente attenzione al benessere degli animali, che si concretizza nella ricerca di prodotti di fascia premium e superpremium; dall’altro, una sempre maggiore propensione alla riduzione degli sprechi, che premia packaging più piccoli, monoporzione, e per questo di prezzo maggiore rispetto a confezioni “large”.


Qualità e servizio sono quindi i driver della crescita e dell’evoluzione degli assortimenti, sia nei canali tradizionali sia nella gdo.  Che, negli ultimi anni, ha cercato di presidiare il segmento fcendo leva sui prodotti a marchio, prima per coprire le necessità basilari e poi i servizi, gli accessori e le fasce premium. Risultato, oggi le private labels in questa categoria coprono circa il 50% dei volumi e più del 30% del valore, numeri che obbligano la farmacia a riflettere sull’opportunità di imboccare lo stesso percorso.


Per quanto concerne la competizione tra canali, invece, lo scenario attuale vede la gdo assorbire buona parte del volume/valore delle vendite (circa il 60%) ma il peso dei petshop tradizionali resta rilevante (33%) e in più va registrato il fenomeno emergente delle catene specializzate, che stanno registrando tassi di crescita a due cifre. Per gli esperti, il rischio è che nel mercato finisca per ripetersi quanto già accaduto in altri comparti come l’igiene e pulizia casa, dove nel tempo si sono affermati drugstore specializzati che hanno rivestito il ruolo di veri e propri “category killer” in diverse classi merceologiche. In più, non va dimenticato che anche in questo mercato la gdo fa fatica a risutare competitiva nei confronti di petshop e catene sull’ampiezza e sulla profondità degli assortimenti: la distribuzione moderna schiera mediamente 450 referenze, a fronte delle oltre 1.200 dei negozi e le quasi 1.800 delle catene. E anche su questo la farmacia dovrebbe fare qualche riflessione.

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