Non pare esserci crisi per il comparto pet-care, cioè alimenti e accessori per animali domestici. E’ un fenomeno certamente legato all’evoluzione delle società occidentali: cresce l’incidenza delle coppie senza figli così come quella dei single di “lungo periodo”, per i quali l’animale domestico diventa un vero e proprio componente del nucleo familiare, cui si riservano attenzioni (e spese) tutt’altro che marginali.
Conferma lo studio condotto sul pet-care da SymphonyIRI Group: nei Paesi europei a economia più avanzata il comparto cresce nel 2012 del 3,1%, per un giro di affari superiore agli 8 miliardi di euro. Due, in particolare, gli elementi di riflessione: primo, il mercato sale non tanto in volumi, che rimangono pressoché invariati, quanto in valori, per l’aumento dei prezzi e l’incremento delle quote di mercato del segmento premium (gamme più costose); secondo, la crescita non è omogenea in tutti i Paesi: trainano Spagna (+7.1%), Regno Unito (+4.2%) e Francia (+3.5%), dove vivono i top spender, segnano il passo Germania, Olanda e Italia, che da un anno all’altro mantiene la posizione in termini di crescita.
Nell’ultimo anno, in particolare, il nostro paese registra un arretramento dei volumi di vendita (-0,9%) ma un incremento del valore del sell-out. Incidono sull’allargamento del giro di affari aumenti di prezzo e sviluppo di segmenti a più elevato valore aggiunto, tipicamente prodotti di segmento premium. Quanto ai canali, in un mercato che vale 1,733 miliardi di euro il canale specializzato costituito dai negozi tradizionali Petshop e catene Petshop assorbe il 40% del totale, mentre risulta in crescita il canale del discount.