Troppi pesticidi e Ogm nei campi agricoli che costellano le coltivazioni biologiche di Aboca. E così l’azienda aretina, marchio leader del settore erboristico, minaccia di lasciare del tutto o in parte la Toscana, per mettere radici in Sardegna o addirittura in Marocco. Questa almeno è l’ipotesi ventilata dal numero uno di Aboca, Valentino Mercati, così come hanno riportato nei giorni scorsi diversi giornali. «In realtà» spiega Mercati «stiamo abbandonando alcune aree in Valtiberina che non possiamo difendere dai pesticidi delle coltivazioni circostanti».
Si tratta di un’area caratterizzata da campi divisi in piccoli appezzamenti, dove quindi è piu difficile difendere le fasce di rispetto e prevale allo stesso tempo l’impiego di sostanze chimiche, con modalità che Mercati non esita a definire quantomeno «disattente e antiquate». Così, spiega, «per salvare un posto di lavoro in agricoltura rischiamo di perderne quattro altrove». Il trasferimento di alcune coltivazioni, assicura comunque, non avrà contraccolpi occupazionali per un’azienda che ha circa 800 addetti, più di mille ettari di coltivazioni biologiche e fa dell’innovazione il proprio Vangelo: «Noi» spiega ancora Mercati «la pratichiamo in collaborazione con l’università e spendiamo più in ricerca che in stipendi».
Nei mesi scorsi l’azienda aveva già prospettato ai sindaci e agli agricoltori della zona i rischi di inquinamento da pesticidi e da prodotti chimici, usati soprattutto nelle vicine coltivazioni di tabacco. Per sottrarsi a tali minacce, Aboca aveva già acquistato alcune aree coltivabili nella vicina Valdichiana, mentre altre coltivazioni sono state spostate in zone collinari o trasferite in Sardegna. Trattative, inoltre, sono già in corso per l’acquisto di un’azienda agricola in Marocco, dove gli Ogm sono proibiti.