Si chiama “Sindrome della pelle sensibile” ed è la quarta problematica cronica di salute al mondo secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità: alcune ricerche pubblicate sul libro “Sensitive Skin Syndrome” second edition, scritto da autorevoli dermatologi americani, sostengono che il disturbo colpisce in varie forme ed entità circa l’80% della popolazione mondiale, con un’incidenza maggiore in chi vive in aree molto inquinate, come Cina e Messico. Va meglio, ma non troppo, alle nostre latitudini, dove le stime diffuse dai dermatologi parlano di circa il 40%, della popolazione, in maggioranza donne, alle prese con problemi di sensibilità cutanea. Numeri che spiegano come mai al farmacista sarà capitato frequentemente di ascoltare clienti che richiedevano prodotti cosmetici mirati, asserendo con convinzione: “la mia pelle è così sensibile che non posso usare nessun prodotto” o “sono allergico/a a tutte le creme”. «Frasi che certamente hanno una loro base di verità, ma che possono indurre il farmacista ad errori di valutazione e a consigli troppo generalisti – spiega a Pharmaretail il dermatologo e cosmetologo Leonardo Celleno, presidente AIDECO, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia – (aideco.org) – Non sempre, infatti, queste “certezze” del cliente sono state precedentemente confermate da una visita dermatologica e da specifiche indagini, come il test del dermografismo, lo stinging o il patch test, abitualmente utilizzati per stabilire le sostanze a cui la persona è intollerante o addirittura allergica». Di più: la situazione è complicata dal fatto che la sindrome della pelle sensibile comprende un ampio spettro di sintomatologie cutanee. Ci sono pelli che possono risultare sensibilizzate reagendo solo occasionalmente a determinati fattori, altre con problematiche croniche, come la psoriasi, la dermatite atopica, la dermatite seborroica, che si sensibilizzano ulteriormente e subiscono un peggioramento della patologia di base. «Di fatto, tutto rientra in questa grande comune problematica, che rappresenta in realtà una sfida clinica complessa affrontata da dermatologi, che devono ancora giungere ad una classificazione universale e ad un sistema di screening obiettivo per ogni variante», osserva Celleno.
Differenze tra sensibilità, intolleranza e allergia
Nonostante la difficoltà a stabilire confini ben definiti, ci sono indicatori e valutazioni che in tutti i casi aiutano a discriminare tra sensibilità cutanea, intolleranza e allergia. La pelle sensibile soffre per una diminuzione delle funzioni barriera, in particolare di componenti, come le ceramidi, che impermeabilizzano lo strato corneo, la parte superficiale della cute. «Così, le sostanze irritanti possono esercitare con più facilità un’azione aggressiva: per questo la pelle sensibile è l’anticamera delle intolleranze o delle allergie da contatto», spiega Celleno. L’intolleranza insorge dopo ripetuta esposizione a diverse molecole dotate di un’attività chimicamente aggressiva nei confronti della pelle. «Provoca pruriti e rossori solo nella zona che entra direttamente in contatto con gli ingredienti non “graditi” dalla propria epidermide. E non induce una reazione immunitaria nell’organismo», dice Celleno. «L’allergia scatena inizialmente rossori, prurito e vescicole circoscritte, ma spesso si evolve con rossore e prurito estesi un po’ a tutta la pelle del corpo. Sono reazioni che “scattano” solo al contatto con una o più sostanze precise, che spesso sono i metalli pesanti come cromo e nickel, i conservanti e soprattutto i profumi. A differenza dell’intolleranza, l’allergia comporta l’allerta del sistema immunitario dell’organismo, con una reazione infiammatoria di difesa», spiega Celleno.
Dermocosmetici da consigliare
Poiché la base comune della sensibilità e dell’intolleranza è un’alterata funzione di barriera della cute, che può essere provocata sia da un’azione diretta dei prodotti sul film-idrolipidico, sia perchè con l’età la secrezione sebacea diminuisce, il consiglio da dare al cliente è di proteggere o ripristinare l’equilibrio della pelle, in particolare lo stato d’idratazione cutaneo, utilizzando solo prodotti “minimal”, con pochi ingredienti, come tipicamente sono quelli delle linee specifiche per pelli sensibili, che sono anche ipoallergeniche. «Queste formule hanno texture cremose, poco penetranti e sono ricche di ingredienti idratanti, come ceramidi, aloe vera, glicerina; di principi attivi lenitivi, come l’acqua termale, il bisabololo, la calendula e l’avena colloidale (i cui oligomeri contrastano gli effetti irritanti dei messaggeri nervosi, riducendo la reattività cutanea). Spesso contengono anche ingredienti antinfiammatori come gli Omega 3 o l’estratto di liquirizia, e restitutivi, come gli oli vegetali seboaffini – olio di avocado, di mandorle dolci e burro di karitè ad esempio –, che immediatamente alleviano le sensazioni di secchezza e disagio tipici della pelle irritabile», dice Celleno. Alla persona con sindrome della pelle sensibile andrebbe consigliato anche di evitare pulizie profonde del viso, esfoliazioni, peeling aggressivi e trattamenti con gli acidi fruttati. Per la detersione, andrebbero suggeriti latti, lozioni specifiche per cuti ipersensibili e oli lavanti per il corpo, privi di tensioattivi.
In caso di allergie da contatto e rosacea
Come comportarsi, invece, con il cliente alle prese con le tipiche reazioni allergiche da contatto o con disturbi associati alla cute sensibile, come la couperose degenerata in rosacea? «Sconsigliare vivamente il fai-da-te, poiché rischia di irritare ancora di più la pelle o di esasperare, con l’uso di un prodotto che contiene un allergene non ancora identificato, una allergia da contatto», dice Celleno. In questo caso suggerire al cliente di rivolgersi al dermatologo di fiducia e di utilizzare solo trattamenti dermocosmetici approvati dallo specialista.