Anche Federfarma ha preso parte alla maratona organizzata dal ministero della Salute per raccogliere idee e buone pratiche per migliorare la sanità pubblica e per promuovere l’innovazione partecipata. Secondo quanto riportato in una nota del sindacato dei titolari di farmacia, «nuova remunerazione, nuova convenzione e definizione del ruolo della farmacia nella gestione del paziente cronico, in sinergia con gli altri operatori sanitari del territorio, a partire dai medici di medicina generale, sono elementi essenziali affinché la farmacia possa contribuire alla sostenibilità del sistema e al miglioramento del livello di assistenza garantito ai cittadini».
Verso una nuova remunerazione
Le bozze del Patto per la salute contengono un esplicito riferimento alla Farmacia dei servizi quale modello utile per potenziare il servizio offerto ai cittadini. «Tuttavia», si legge nella nota, «in assenza di una riforma della remunerazione delle farmacie, ciò non basta a garantire un’elevata efficienza del servizio farmaceutico».
Una nuova remunerazione delle farmacie secondo Federfarma è necessaria anche per rendere competitiva e meno costosa la distribuzione in farmacia dei medicinali ad alto costo, che oggi vengono distribuiti direttamente da ospedali e Asl, con grandi disagi per i cittadini. Inoltre la riforma della remunerazione, oggi legata esclusivamente al prezzo del farmaco, è caldeggiata a causa del costante calo dei prezzi dei farmaci forniti dalle farmacie in regime di Ssn. Il calo dei prezzi, infatti, determina la progressiva riduzione del margine sui farmaci Ssn. Questo genera una situazione economica difficile per tutte le farmacie, in particolare per quelle più piccole e quelle situate in zone disagiate, dove i farmaci Ssn costituiscono la quota più importante del fatturato. «Appare sicuramente un pericolo che qualcuno cominci a ragionare su una remunerazione basata su classi terapeutiche di riferimento », ha spiegato Roberto Tobia (nella foto), segretario di Federfarma, che ha preso parte alla maratona al Ministero, a Federfarma Channel, «questo non sarebbe possibile perché porterebbe un danno irreversibile all’economia delle farmacie. Appare, invece, assolutamente necessaria questa nuova forma di remunerazione basata su una parte fissa, che riconosce il ruolo professionale del farmacista e una parte minore legata al prezzo del farmaco. Così da riportare i farmaci in farmacia evitando gli sprechi che attraverso le strutture pubbliche si generano. E ridando anche più libertà ai malati cronici di trovare il farmaco nella farmacia sotto casa». In tema di cronicità, Tobia precisa che «è stata avanzata da Federfarma la richiesta di una valorizzazione della farmacia dei servizi oltre che la richiesta di inserimento della farmacia nel dossier farmaceutico e fascicolo sanitario elettronico, perché solo così si possono realizzare le economie di scala nell’interesse del paziente».
In conclusione, Federfarma chiede «di prevedere, nell’ambito del Patto per la salute, l’apertura di un tavolo istituzionale che coinvolga le Regioni e le categorie interessate alla definizione condivisa di una nuova metodologia di remunerazione».