Medici e ricercatori sono stati i grandi protagonisti del dibattito di questi mesi. La pandemia da Cov-Sars-2 è stata l’inedita occasione per veicolare al grande pubblico notizie, dati e informazioni sulla salute normalmente appannaggio degli addetti ai lavori.
Non sono mancate e tuttora non mancano polemiche e fake news sul web e sui social (tanto che in aprile il Ministero ha istituito una Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid sul web e sui social network) ma l’emergenza ha soprattutto messo in prima linea scienziati, medici e farmacisti .
Che la fiducia in chi si occupa di questione medico-scientifiche sia in crescita è stato confermato dalla ricerca State of Science edizione 2020, commissionata per il terzo anno da 3M.
Scienziati e partnership pubblico-privato per risolvere i problemi globali
In base ai dati raccolti, si può dire che la percezione della scienza è tale che, secondo le persone intervistate, essa aprirà la strada alla risoluzione delle più grandi sfide globali. L’indagine di quest’anno mostra non solo che l’immagine della scienza è in ascesa, ma anche che le soluzioni sostenibili rimangono cruciali, e che le persone si aspettano che le partnership pubblico-privato risolvano i problemi che più hanno a cuore.
Lo State of Science Index del 2020, presenta due fasi di raccolta: una indagine pre-pandemica del 2020 è stata condotta in 14 Paesi su 1.000 adulti (18+), in ciascun Paese; una seconda indagine, durante la pandemia, è stata condotta su 1.000 adulti (18+) in 11 dei 14 paesi dell’Indagine Pre-Pandemica 2020.
Nel contesto Covid-19, la fiducia nella scienza e negli scienziati è ai livelli più alti degli ultimi tre anni, cioè dalla prima edizione dello State of Science Index.
Oggi, l’89% degli intervistati si fida della scienza; l’86% si fida degli scienziati; il 77% ritiene più probabile, a seguito della pandemia, che la scienza abbia bisogno di maggiori finanziamenti; e più della metà (54%) è d’accordo sul fatto che la scienza sia molto importante per la propria vita quotidiana, un aumento a doppia cifra rispetto ai dati relativi al periodo precedente la pandemia (44%). A completare il quadro, il 92% degli intervistati a livello globale ritiene che le misure messe in atto per contenere la pandemia globale dovrebbero seguire la scienza, rivelando un’ulteriore dimostrazione di fiducia nei confronti della scienza stessa.
Una rinnovata fiducia nella scienza sembra tradursi anche in azioni concrete: più della metà degli intervistati (54%) concorda sul fatto che il Covid li ha resi più propensi a sostenere la scienza, mentre i dati pre-pandemici hanno mostrato che solo il 20% si sarebbe schierato a favore della scienza nel discutere i suoi meriti con gli altri.
Secondo l’82% del campione, ci sono conseguenze negative per un mondo che non dà valore alla scienza. A chi concordava con questa affermazione è stato chiesto quali sono le principali conseguenze negative e in cima alla lista delle preoccupazioni risulta “un rischio più elevato di problemi di salute” (68%), dato che non sorprende in un anno segnato dalla pandemia. Ma anche la sostenibilità rimane una priorità importante, con “l’impatto ambientale negativo” (67%), citato come la seconda conseguenza più preoccupante.
Quanto alla domanda sui problemi che la maggior parte delle persone desidera risolvere, si colloca al primo posto tra le risposte (80%) la ricerca di una cura per i virus emergenti come il Covid-19; seguita dalla ricerca di una cura per le altre principali malattie (62%). Al di fuori della salute, la giustizia sociale e l’ambiente sono tra le maggiori priorità.